Contatti diretti:

e-mail: marinogalzenati@me.com
Cellulare: 331-9616643

martedì 23 marzo 2010

Qual'è il momento di consultare lo psicoterapeuta?

Il disagio psicologico-psichico molto spesso non viene riconosciuto ed i primi segni che un medico di base si  trova ad affrontare spesso non vengono riconosciuti. Per esempio, una esagerata attenzione alla salute, alle funzioni del corpo (fame, digestione, andare di corpo – troppo, troppo poco) non vengono spesso evidenziate come un progressivo slittamento verso l’ipocondria che con il tempo può portare, più o meno rapidamente, alla strutturazione di una vera e propria nevrosi fobica-ossessiva.
Molto spesso un atteggiamento “compiacente” del medico di base fa si che si sia tentati dalla facile prescrizione farmacologia: questa soluzione accontenta il paziente che si porta via la sua brava ricetta ed il medico che seda immediatamente l’ansia del paziente.
Generalmente una prescrizione farmacologia che seda le ansie più superficiali funziona per un periodo breve-medio, fino a quando cioè i sintomi manifestati riescono a funzionare da argine rispetto a tutto quello che c’è dietro al disagio manifesto del paziente. Dietro le quinte, infatti, si agitano disagi psicologici che possono rimanere in uno stato latente anche per tutta la vita o manifestarsi in modo improvviso ed eclatante.
Non so quanto il medico di base sia pronto a cogliere i difficili meccanismi psichici dei propri pazienti e quanto spesso,viceversa, necessiti di una consulenza specialistica che definisca i limiti ed i contorni delle sintomatologie espresse.
Credo che costituire una “rete” culturale che tenga presente questi aspetti della salute psicologica del paziente, della serenità, dell’equilibrio, possa essere di grande aiuto per gli operatori sanitari, ai quali vengono spesso poste delle richieste incongrue, sia dal punto della richiesta della prescrizione del farmaco, sia dal punto delle aspettative , magiche, miracolose.
La psicoterapia non può certo condurre i pazienti alla felicità, ma può sicuramente aiutarli a vivere meglio, ad evitare cortocircuiti comportamentali, coazioni a ripetere, pensieri ricorrenti che, oltre ad essere dolorosi, sono anche dispendiosi dl punto di vista dell’energia psichica.

domenica 21 marzo 2010

Malasanità o mancanza di civiltà ?

Inserisco un Link ad una lettera pubblicata su Repubblica di venerdì 19 marzo.
La lettera si commenta da sola e vale la pena di leggerla !

Le storie che sfumano....

Fare una psicoterapia è spesso un lavoro lungo, difficile, faticoso ma necessario.
Quante sono le storie che sfumano, le psicoterapie che si interrompono più o meno bruscamente. I motivi manifesti sono tanti e legittimi, ma sappiamo bene che guardarsi allo specchio, smontare delle modalità di pensiero, di comportamento che ci sono appartenute per anni è difficile, faticoso e doloroso. Non è facile capire che il dolore di oggi è in grado di evitare quelli ben più grandi di domani, di dopodomani, del futuro insomma, e la ricerca della serenità è spesso una strada lunga e tortuosa che passa anche per fatica e dolori non eliminabili.
Ecco perchè si ricorre così facilmente ai farmaci sperando che le pillole "magicamente" siano in grado di risolvere tutti i problemi. Spesso, semplicemente, si interrompono strade appena intraprese: perchè non se ne vede la fine, la necessità...ed allora le storie che si è appena iniziato a raccontare, i traumi grandi e piccoli che riemergono che vengono con fatica rintracciati, verbalizzati, finalmente espressi, non importa quando grandi siano, importa che lo siano stati per noi stessi, ecco tutto questo, spesso, viene abbandonato...lasciato lì, forse per sempre perchè è difficile, perchè è doloroso, non perchè...c‘è altro che è più urgente. E poi, forse perchè la soluzione rischia di cambiare le cose in modo troppo radicale.....

martedì 16 marzo 2010

L'aumento dell'uso degli psicofarmaci...

Un articolo della Repubblica di oggi riporta un aumento del 300% dell'uso degli antidepressivi. Come dobbiamo prendere questo dato, nell'articolo si fa riferimento al disagio sociale conseguente alla crisi, ma rispondere ai momenti di crisi con un uso indiscriminato di psicofarmaci è la strada migliore?
Non essere capaci di riflettere, prendere atto e fare anche un pò di autocritica sulla società che abbiamo contribuito a costruire in questi ultimi ani, non sarebbe più naturale e vitale!

lunedì 15 marzo 2010

Le trasformazioni silenziose

Quello di Francois Jullien edito da Cortina, Le trasformazioni silenziose, è un bel libro che mette l‘accento su tutte quelle trasformazioni che sembrano pioverci addosso improvvisamente, ma che in realtà sono iniziate lentamente, insidiosamente molto tempo prima. si passa dell‘erosione delle coste, al riscaldamento globale alla modificazione dei rapporti interpersonali, tutti fenomeni che non avvengono da un momento all‘altro, ma per gradi, momento per momento, secondo per secondo. Solo che quando sono iniziati non avevamo gli strumenti per percepire quello che stava per accadere, insomma, non eravamo nella giusta prospettiva di osservazione. E‘ una riflessione importante che trova conferma nel lavoro in psicoterapia: le trasformazioni, i cambiamenti sono spesso silenziosi, lenti, ma poi improvvisamente si manifestano in tutta la loro importanza.

lunedì 1 marzo 2010

Medici e Burn out

La sindrome del Burn out è probabilmente la più diffusa e sottovalutata sofferenza psichica.
Il Burn out è probabilmente sempre esistito ed una delle categorie professionali nella quale si è comiciato ad identificarla è quella dei sacerdoti. Successivamente si è cominciato a parlare di Burn out un pò per tutte le categorie professionali, facendola divenire una sorta di pandemia. In parte i limiti della sindrome si sono dilatati, dall‘altra non possiamo non tenere presente il particolare momento storico e sociale che stiamo vivendo.
Il lavoro è diventato profondamente diverso, abbiamo assistito in tutti i campi a cambiamenti che non eravamo preparati ad affrontare. Il Burn out classico è quello del medico, generalmente intorno ai cinquant‘anni, ma anche prima, che si sente, dopo diversi anni di professione, svuotato, depresso, poco motivato. All‘entusiasmo dei primi annni di professione si sostituisce la frustrazione di una routine spesso frustrante. All‘onnipotenza della medicina vissuta durante gli studi e nei primi anni di professione si sostituisce la delusione per una serie di fallimenti diagnostici e terapeutici inevitabili. Spesso alla fine in molte categorie di medici all‘idea onnipotente della guarigione, si sostituisce l‘idea dell‘accompagnamento alla morte dei presagi di malattia e della fine della vita che devono essere comunicati ai pazienti. Dal‘altra parte soprattutto i medici più disponibili, più empatici con le problematiche psicologiche del paziente sono quelli maggiormente assediati da richiesta continue di sostegno, che non sono più solo di carattere medico-terapeutico, ma che si trasformano nella richiesta di un sostegno psicologico. Ma spesso tale sostegno è richiesto proprio a quelle figure professionali che sono maggiormente “logorate“ dal quotidiano contatto con patologie che avvicinano alla morte o a gravi patologie che minano fortemente l‘identità del paziente.  Il contatto continuo con questo tipo di realtà mette spesso in condizione gli operatori sanitari, i medici di andare incontro ad un gradiente di patologie che vanno da larvate forme di depressione sino ad un vero e proprio rifiuto del proprio lavoro. Basta pensare, per esempio, a chi lavora nel campo della oncologia pediatrica ed è a contatto quotidiano con bambini destinati a morire e a genitori destinati a perdere i propri figli. Oppure ai medici di base che sono in continuo contatto con pazienti anziani che inevitabilmente gli trasmettono l‘idea della deperibilità del corpo, della preoccupazione per la salute,della inevitabilità della morte. Ma gli esempi potrebbero essere moltissimi, per quanto riguarda i medici forse è importante dire questo: anche i medici possono stare male, e quando accade è importante prenderne atto e... fare qualcosa per se stessi, per le persone che amiamo e per i nostri stessi pazienti!