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venerdì 30 dicembre 2011

Cosa ci aspettiamo e quali cambiamenti siamo disposti a fare!

Quest'anno probabilmente si porta via oltre all'illusione di una crescita smisurata e continua, anche molti valori.
Le cosiddette ideologie sono tramontate, le strutture portanti della società così come l'abbiamo conosciuta sino ad oggi (la famiglia) sono in crisi profonda ed alla ricerca di una nuova identità.
Insomma cosa ci rimane o almeno quali sono i "compiti" per il 2012?
Ritrovare un modo di vivere più adeguata, riassorbire le delusioni e le "paure" (lo spread) di questo 2011, ritrovare almeno un poco di ottimismo e di speranza nel futuro.
Ma forse il compito più arduo e difficile per il 2012 è quello di "cambiare", cambiare mentalità, cambiare aspettative...è tutto lì, cosa ci aspettiamo e quali cambiamenti siamo disposti a fare!

mercoledì 28 dicembre 2011

Che cosa vuol dire fare una psicoterapia....

Il mio precedente post ha prodotto una serie di domande che mi son state fatte in privato e non.
In poche ore ho ricevuto messaggi, telefonate etc., questo mi spinge ad essere più"chiaro", anche a costo di essere impopolare tra molti "colleghi".
Prima di tutto dobbiamo accettare di vivere in una nazione dove la burocrazia , una crescita spesso influenzata, se non coartata dalle "ideologie" ha prodotto dei veri e propri "mostri" scientifico-ideologici.
La psicoterapia è , nonostante tutti i suoi detrattori una scienza, se vogliamo, senza dilungarci troppo, una scienza post-moderna, ma è una scienza.
Non mi stancherò mai di dire che tra un aiuto psicologico, un sostegno in un momento di difficoltà ed una PSICOTERAPIA , vi sono non molte, ma moltissima differenze.
Non mi stancherò mai di dire e di sostenere che uno psicoterapeuta deve essere certificato, così come non mi stancherò mai abbastanza di dire che certe certificazioni "facili" dei decenni precedenti hanno prodotto solo posti di lavoro e nessuna crescita della psicoterapia , della coscienza e della consapevolezza della psicoterapia nel nostro paese!
Che vuol dire fare una psicoterapia, oggi?
Noi medici abbiamo in "carico" dei pazienti e non possiamo accettare  che vengano maltrattati o vengano considerati, studiati,valutati, senza le dovute accortezze che ogni medico dovrebbe avere nei confronti dei propri pazienti!
Ma è un discorso lungo sul quale tornerò.

Come scegliere il proprio psicoterapeuta

Sentirmi dire da un paziente, che mi aveva chiesto un appuntamento, semplicemente scegliendo il mio nome sulle pagine gialle, mi ha ha fatto molto pensare.
Nell'epoca di internet è possibile fare delle scelte "alla cieca" come questa?
Non dovremmo prima capire di cosa abbiamo realmente bisogno, di capire, sapere chi è la persona che abbiamo di fronte, qual'è la sua formazione, la sua esperienza, la sua competenza, il suo curriculum?
Non è rischioso andare da un "consulente dell'anima" purché sia, con il cuore colmo di speranza che sia la persona giusta "quella" dotata della bacchetta magica che ci farà finalmente affrontare quella svolta della nostra vita di cui tanto abbiamo bisogno?
Forse, quando realmente vogliamo intraprendere un percorso psicoterapeutico dovremmo farlo con la maggior consapevolezza possibile, soprattutto sapendo che la persona che incontreremo è un professionista "formato", cioè, preparato, che ha frequentato una scuola riconosciuta, che ha fatto delle supervisioni, che ha, insomma, una vera competenza specifica....perchè, nella vita di tutti i giorni tutti siamo bravi psicologi!

giovedì 22 dicembre 2011

Bilanci

Sta per cominciare la sbornia delle festività, ci sentiamo sballottati tra una tradizione e l'altra, tra il si deve fare, si è sempre fatto così etc.. Ma sta anche per cominciare il momento dei bilanci: che anno ho avuto, che anno è stato, come è andata, che prospettive ci sono?
E questo per quel che riguarda il lavoro, la famiglia i sentimenti, gli amici e così via...
Ma come è difficile fare un bilancio da un punto di vista emotivo, affettivo, non ci sono tabelle, indicatori, indici, grafici. C'è solo il nostro "sentire" ed è forse in questo tipo di bilanci che ci rendiamo conto che di fronte a noi stessi siamo...irrimediabilmente soli!

Senza Fine

"Da giorni, al momento del risveglio,
mi batte nella testa un ritornello:
"senza fine", mormoro a mezza bocca "senza fine". Mi piacerebbe
che alludesse all'impensato amore dell'infinito istanate
di cui festeggia la celebre canzone: invece,
nel mio caso, è solo un carillon,
che feroce mi ricorda come un unica cosa per me non abbia fine, girando su se stesssa sempre eguale: l'ossessione."

Da Il Tempo ormai breve di Franco Marcoaldi

mercoledì 21 dicembre 2011

Miracoli

Ogni uomo attende qualche miracolo...
o dalla sua mente; o dal suo corpo; o da qualcuno; o dagli eventi.
(Questa è pura osservazione)
Paul Valéry

martedì 20 dicembre 2011

Racconto

"C'era una volta un uomo che divenne saggio. Imparò a non fare più un gesto o un passo che non  fossero utili.
Dopo un po', venne rinchiuso."

Paul Valéry

la Rabbia del Natale

Qualche giorno fa scrissi di quanto l'atmosfera del Natale potesse diventare triste e malinconica, di quanto potesse riaccendere attriti ed antichi dissapori.
Oggi, con l'approssimarsi del fatidico giorno non posso fare altro che notare come a quei sentimenti se ne stiano sostituendo altri, forse più forti, più sentiti, meno controllabili.
La rabbia per "il si deve fare per forza", certe tradizioni, certe abitudini anche se sono, con il tempo, diventate false, devono egualmente essere celebrate. Anche se la ruggine decennale dei rapporti familiari rende tutto più ruvido, più difficile, più ansiogeno "si deve fare", insomma quei giorni segnati in rosso dal calendario di dicembre devono essere passati in quel modo e non si può fare finta che non ci siano o che non rappresentino "qualcosa", oggi, più che mai, qualcosa di negativo, è difficile passare il Natale che si vorrebbe o il bel Natale delle fiabe...il Natale che ci spetta vivere è questo, non ci rimane che aspettare il 7 gennaio, e speriamo che arrivi presto!

Che la delusione non diventi rassegnazione

Già qualche tempo fa sottolineavo come sembravamo tutti caduti in una sorta di psicosi collettiva per la quale il danaro, il suo potere d'acquisto, la sua tenuta, fossero la prima cosa a cui pensare.
Oggi, un bell'articolo di Beppe Severigni sul Corriere della Sera, fa, in qualche modo, il punto della situazione, "che la delusione non diventi rassegnazione" dice ad un certo punto.
Ed è vero l'aria questi giorni sembra non ci faccia vedere il fondo.....più che altro morale!

lunedì 19 dicembre 2011

Amore

C'è una forza più grande di tutte e che purtroppo non tutti nel corso della loro vita riescono a conoscere: si tratta dell'amore. Ma no non solo, dell'amore erotico tra un uomo ed una donna, ma dell'amore che mette in contatto tutti gli esseri umani, tutti quelli che si conoscono o con i quali si viene in rapporto.
Non è l'amore cristiano del voler bene al prossimo tuo comunque sia, ma è l'amore inteso come disponibilità nei confronti dell'altro, come disponibilità ad essere partecipi e non giudici. E' un grande possibilità che abbiamo di metterci in comunicazione, in contato con gli altri , questo amore nei confronti del prossimo, anche quello che ci chiede l'elemosina sotto il portone di casa, è un amore di cui ci siamo ....purtroppo dimenticati....

Che cosa può scatenare le crisi di panico?

Che cosa può scatenare le crisi di panico?
Probabilmente ogni cosa può, in un soggetto predisposto, o in momenti particolari, scatenare  una vera e propria crisi di ansia.
Gli attacchi di panico o le crisi di ansia sono generalmente la spia o il segnale di problemi più profondi, rimossi e che non hanno accesso alla coscienza.
Per questo il loro trattamento non è sempre facile, richiede spesso tempo, disponibilità a mettersi in discussione ed a capire le ragioni profonde dei propri disagi.
Le terapie farmacologiche, anche se hanno un certo successo, sono comunque, per lo più dei sintomatici agiscono sul sintomo in modo non sempre rapidissimo e spesso necessitano di tempo.
Dunque sarebbe più importante capire, piuttosto che coprire con dei farmaci i propri sintomi...

domenica 18 dicembre 2011

Virus Mentali

Oggi un articolo del Corriere della sera "I tormenti della rete" di Federico Colonna riprende un concetto assai interessante ed io credo anche assai utile in psicologia, ossia quello di Memo: " un'dentità di informazione replicabile" Concetto coniato originariamente da Dawkins ne "il gene egoista", che ha poi trovato molte altre applicazioni teoriche in psicologia.
Lìarticolo al quale faccio riferimento tenta di fare una mappa dei memi più diffusi nella rete in questo 2011. Ma i Memi "culturali"ossia entità culturali autoreplicantesi indipendentemente dal loro valore intrinseco quante sono, quante sono state in questi anni e quanti "danni stanno producendo alla psicologia di massa?
Basti pensare al successo incredibile de "La Chiave" di Rhonda Byrne e tutta la la letteratura che ne è seguita e che rappresenta un esempio di virus mentale difficile da  debellare perché è difficile accettare, per esempio, che "la legge di Attrazione" di W. Wallace, non esista...virus mentali, meni che circolano e che rappresentano una sorta di cultura alternativa come la New Age" di qualche anno fa... consolazione per chi non vuol vedere?

venerdì 16 dicembre 2011

Via di qua

Esiste un posto diverso dove oggi,ora,adesso si possa stare bene?
Via di qua...
Ma dove?

Il tempo che non ritorna...


Ho buttato quel vecchio orologio che segnava l’ora nel mio studio da più di 15 anni. Non funzionava più eppure non riuscivo a buttarlo, mi aveva accompagnato per tanto tempo, quanti avvenimenti,quanti dolori quelle lancette avevano fissato per sempre.
Partenze, arrivi, attese, delusioni, morti, nascite, quell’orologio non c’è più, ma c’è il suo tempo. 
Quel tempo che è passato che niente e nessuno potrà restituirmi che ho forse sprecato o ben impiegato...
Non lo saprò mai.

La ritirata è un modo per avanzare

Ua massima bellica cinese dice. " La ritirata è un modo per avanzare. Il saggio non combatte una guerra persa".
Ma nella nostra quotidianità quante battaglie perse ci ostiniamo a combattere. Dovremmo essere più disponibili ad accettare che ci si può ritirare, attendere, aspettare...tutto può cambiare....

Ansia

L'ansioso cerca  l'ansia.
Il timoroso la cosa da temere
L'orgoglioso cerca il suo oltraggio
E chi ha un dente  dolente lo esamina con la lingua stuzzicandone e risvegliandone il dolore.
E tutti questi sono esempi del principio di sensibilità che mette assieme il dare e l'avere, il produrre ed il percepire.

Paul Valery Cattivi pensieri

giovedì 15 dicembre 2011

Farsi capire

Stavo leggendo un libro sullo scrivere bene, sul farsi capire quando si scrive, sintassi, grammatica, etc. e ad un certo punto ho cominciato a pensare, perché tante attenzione sullo scrivere, sul farsi comprendere quando si scrive e....così poca attenzione sul farsi capire sul "quando si fa".
Siamo sicuri di "capire cosa sta facendo chi ci sta accanto e "perché " lo sta facendo o lo decodifichiamo secondo uno stile, un cifrario dato per assodato e scontato. Forse le persone e a volte si comportano in maniera per noi incomprensibile e per loro perfettamente logica, seguono cioè la loro logica, il loro modo di pensare che non è detto sia comprensibile per tutti.
Allora mi domando perché tanta attenzione nel farsi capire con le parole e così poca con i fatti.?
I fatti sono pieni di omissioni, di menzogne, di occultamenti innocenti perché difensivi per se e per gli altri...
E' un discorso lungo, pieno di di diramazioni, di incognite, di riflessioni.
A mente cito solo D.Marconi-"Per la verità". Il famoso "La persuasione e la Rettorica" di Michelstaedter e ce ne sarebbero tanti altri da citare ma "qualcuno li definirebbe"Affabulatori".....

La depressione del Natale

Per chi non da a questa festa dei connotati strettamente religiosi il Natale, il periodo del Natale, è diventato per tutti un momento di malinconia, di tristezza, di problemi. Le famiglie che "devono" riunirsi proprio in quei giorni anche se sono divise durante il resto dell'anno, suoceri che devono sopportare nuore o generi che non sopportano proprio e viceversa.Per non parlare delle famiglie separate accanto alle quali coesistono nuove famiglie, figli di matrimoni diversi che non si sa bene con chi debbano passare questo "mitico" giorno, figli contesi, magari, o peggio ignorati. Insomma, un cataclisma delle emozioni, dei sentimenti, una cascata delle emozioni che spesso durante l'anno controlliamo con difficoltà.
Insomma Natale amplifica le nostre sofferenze,le nostre solitudini, i nostri problemi.
La nostra società consumistica, alla quale tutti cominciamo a guardare con sospetto, ha fatto del Natale l'apoteosi del consumismo, dell'eccesso, la religione con le sue lugubri liturgie non ci ha aiutato...ed oggi è così. Siamo al 14 dicembre, ma vorremmo essere tutti al 7 gennaio, ricominciare emendati dal Natale e contenti che ci vorranno ancora dodici mesi prima che tutto questo si ripeta.
Ma quello che ci accompagna è una sensazione diffusa di malinconia, di nostalgia, del Natale magico di quando eravamo bambini e credevamo in tutto un'altro mondo e non solo a Babbo Natale. Il suono degli zampognari è un suono triste che non ci dà più gioia. che fa rifletterci più sulle delusioni, sui fallimenti, che sulle gioie, sui successi, sui motivi per i quali essere contenti..d'altronde sembra che oggi, motivi per essere contenti, se non felici, come quando eravamo bambini, sembrano essercene davvero pochi!

Il tempo ormai breve

"Che dici? Se ti abbraccio forte
forte, ho qualche chance in più
di scampare alla morte?"

Franco Marcoaldi- il tempo ormai breve

Ansia

"L'ansioso cerca per natura qualcosa da temere. Ne possiede la musica. Gli mancano le parole. Ma prima o poi le trova. Per la mente, poche cose sono meno costose del dare la forma a qualche catastrofe."

Paul Valery  Cattivi pensieri

Psicotrauma

Che cosa può essere definito "psicotrauma" ? Oggi finalmente c'è grande attenzione alla psicoterapia dell'emergenza, in caso di avvenimenti eccezionali...ma lo psicotrauma può essere vissuto ogni giorno da ognuno di noi, basta una percezione alterata, qualcosa che credevamo fosse ed invece....non era, anche questi sono psicotraumi!
E ci sarebbe molto da dire....

mercoledì 14 dicembre 2011

Se i pianeti potessero amare uscirebbero dalle loro orbite e sarebbe il caos.



"L'uomo che ama trova una conchiglia sulla spiaggia. Quando la porta all'orecchio non sente nè il mare, né il vento,né gli angeli, ma la sua stessa voce che canta.: Ti amo.Non ha mai udito niente di così bello.
Su un'altra spiaggia giacciono tutti gli altri uomini addormentati. Qualcuno cammina lentamente sulla spiaggia, li solleva uno per uno se li porta all'orecchio e rimane in ascolto:In alcuni uomini conchiglia sente un abbaiare di cani, in altri un ruggire di tigri o colpi di martello, in altri ancora un pesante rombare di macchine. Ma in una conchiglia echeggia il grido di un pesce: E' questo il suono dell'uomo che ama quando qualcuno se lo porta all'orecchio.
Se i pianeti potessero amare uscirebbero dalle loro orbite e sarebbe il caos. La  sopravvivenza dell'universo è garantita dal fatto che l'amore è impossibile. Anche l'uomo che ama ha il presentimento che l'amore sia fratello della morte. Ma questo non gli impedisce, lui prigioniero della sua orbita, di aprirsi una breccia fino alla cella del vicino, gridando di gioia: Sono Libero!"

Stig Daberman- Il nostro bisogno di consolazione.

La verità,vi prego, sull'amore.

"......Quando viene,verrà senza avvisare,
proprio mentre mi sto frugando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta,o là sul bus mi pesterà il piede?
Accadrà come quando cambia il tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
La verità,vi prego, sull'amore."

W.H.Auden - La verità.vi prego,sull'amore.

Zona comfort o zona Disagio.....

Molti di noi ricordano il film di Mary Poppins, ad un certo punto...il vento cambia..la storia volge al termine.
Il vento cambia perché le cose, il mondo, i rapporti sono destinati a modificarsi a non essere mai più gli stessi, si cambia per crescere, per fare nuove esperienze, per scoprire se stessi in un modo ed in un mondo che può essere molto diverso!
La maniera migliore per "crescere" è forse quella di essere disponibili al cambiamento.
Non si può piangere o sentirsi tristi e melanconici perché il"vento cambia", i cambiamenti non sono necessariamente negativi è come se vivessimo tutti nelle nostre "Zone di comfort" e qualunque cose abbia il potere o la sola possibilità di turbarle diventa una catastrofe. Tutti parcheggiati nelle nostre zone di comfort, senza sapere che se ci mettessimo in movimento...
Forse è più importante capire che le nostre "Zona di comfort " sono delle prigioni piuttosto che un modo di  vivere veramente la vita!
Allora forse sarebbe bello e utile rileggere "Zona Disagio" di Jonathan Franzen....

La vita non ha il tempo di aspettare

"....La vita non ha il tempo di aspettare il rigore. Ci si arrangia.Napoleone diceva che in guerra l'importante è impegnarsi dappertutto, poi si vedrà...."

Paul Valery-L'idea fissa

Decisionismo a tutti i costi.


Amiamo tutti il decisionismo a tutti i costi. Le persone sicure di se, prive di dubbi, che di fronte ad una scelta non tentennano, non valutano le opzioni, sembrano essere preda  da una sorta di" certezza obbligata", ma è questo il modo giusto di " vivere" ? La vita non è un binario privo di scelte, di opzioni, di deviazioni e soprattutto di fermate, spesso, nella vita, in quella vera, ci si deve fermare, bisogna avere il coraggio di fermarsi, di pensare, di valutare.
Oggi, sembra, invece, che siamo tutti infilati in una sorta di razzo dal quale non possiamo né scendere, né decidere di fermarci, forse nemmeno per andare alla toilette. Ovvero anche la necessità fisiologiche sono negate per il raggiungimento di uno scopo....ultimo, più grande, più, più....

martedì 13 dicembre 2011

Ma esiste l'amicizia?

Spesso ci si domanda se esiste l'amore , sentimento inafferrabile e forse indefinibile, ma se dell'amore molti si dichiarano disillusi, traditi. Dell'amicizia viceversa tutti parlano come di una cosa viva, reale, di una cosa che esiste.
Eppure se volete andare a fare una bevuta, se volete passare una serata scanzonata e senza pensieri di "amici" ne troverete quanti volete!
Ma... se cercate "un" amico che vi tenga la mano mentre soffrite o mentre piangete o semplicemente un amico che vi ascolti senza giudicarvi, prendendo veramente parte al vostro dolore...bè, ne troverete molto pochi.
Forse il problema è proprio quello dell'abuso della parola amico. Conosciamo, frequentiamo molte persone...ma forse di amici veri non ne abbiamo.

L'amore...un male cane.

" L'Amore-disse il dottore- è un meccanismo strano. Ci fa un male ...cane per raggiungere... una soglia..."
Paul Valery


bacio.jpg

La narrazione della vita

Ma le vite si narrano?
In psicoterapia le vite si narrano, si interpretano, si dipana un tessuto narrativo suscettibile di molte interpretazioni.
La narrazione in psicoterapia ha avuto ed ha molta importanza, vedi la recensione del libro di David Lodge sul Corriere della Sera.
Il rischio è che di una vita non esista una narrazione, ma tante narrazioni a seconda dall'angolo visuale dal quale ci si pone.
Ma avere una propria narrazione interna e coerente è importante...

lunedì 12 dicembre 2011

Dove stiamo correndo tutti insieme ?

Quasi sempre è la paura (una delle peggiori consigliere della nostra vita) che ci fa apparire il rimedio come migliore del male.
 Ma spesso non è così!
La verità è che non sappiamo aspettare, non abbiamo più tempi "psicologicamente" fisiologici, tutto deve essere deciso e fatto subito,
 quello che Sheakespeare fa dire ad Otello (atto2,scena3) :

 "Quanto è disgraziato chi non sa avere pazienza,Quale ferita risana se non a poco a poco?
Sai bene che noi lavoriamo con l'ingegno e non con la magia; e l'ingegno ha bisogno di tempo."


Già, l'ingegno ha bisogno di TEMPO!
Un invito a leggere il bell'articolo di Massimo Gaggi sul Corriere della Sera di Ieri, nell'inserto LA LETTURA, "Elogio del pensiero lento". Quanto ci sarebbe da dire e quanto il nostro pensiero è quotidianamente accelerato,
Perché, già, perché dove stiamo correndo tutti insieme?

domenica 11 dicembre 2011

L'accesso alla conoscenza è profondamente mutato

Solo pochi anni a la vita sembrava diversa...oggi sta cambiando tutto. Ripenso ad una riflessione fatta con una amica testimone del crollo del muro di Berlino: quello che sta accadendo in questo mesi non è forse il tramonto del capitalismo così come lo abbiamo conosciuto?
In ogni modo cambia tutto, cambiano le patologie, cambiano i pazienti, cambia in modo radicale il rapporto medico-paziente. Tenere il passo con con questi cambiamenti sembra sempre più difficile. O meglio, sembra sempre che"cambiare"  significhi venire meno ai valori che ci hanno insegnato e che...appartengono al secolo scorso.
L'accesso ala conoscenza è profondamente mutato e quanto siamo preparati a recepirlo, quanto in questi anni abbiamo "lavorato" per fare nostro questo mutamento?

Trascinarsi nel fango

"Se ti sei comportato male, pentiti, fa ammenda e prometti di comportarti meglio la prossima volta.Non rimurginare sui tuoi errori,Trascinarsi nel fango o non è mai stato il miglior modo di pulirsi."
Aldus Huxley

sabato 10 dicembre 2011

Saper Aspettare

Quando facciamo una torta, dopo aver mescolato tutti gli ingredienti come da ricetta,6t, la inforniamo nello stampo, programmiamo il tempo quindi andiamo ad occuparci di altro senza più pensare alla torta fino a quando il timer del forno non ci avverte che la torta è terminata e che occorre estrarre il dolce.Noi lo facciamo e constatiamo con una punta di orgoglio che abbiamo avuto successo. Ma che aspetto avrebbe avuto la torta se ogni tr minuti, avessimo aperto il forno per assicurarci che ogni cosa andava bene? Indubbiamente avremmo tra le mani una torta insufficientemente cotta,insufficientemente lievitata, di aspetto poco appetitoso, insomma una torta rovinata:Il tutto a causa del nostro timore di un insuccesso, della nostra eccessiva vigilanza e della nostra IMPAZIENZA.

Tollerare e superare la separazione....

"Un buon equilibrio narcisistico risiede nella capacità di stare in solitudine e di tollerare e superare la perdita e la separazione(Kohut197199:Se la facoltà di stabilire relazioni fra i vissuti e le cause di questi è  alla base della salute mentale e della capacità di soffrire senza ammalarsi,questa facoltà rimane tuttavia precaria"
....
"Potremmo anche aggiungere che ogni cambiamento è per tutti una caduta di onnipotenza e quanto più questa è la copertura di una effettiva impotenza,tanto più il cambiamento può risultare traumatico e pericoloso."
...........
da Trauma vulnerabilità crisi il trattamento delle crisi emozionali Bollati Boringhieri 1966

Trauma

"Spesso il trauma può essere considerato non tanto come qualche cosa di eccezionale,quanto come un'esperienza che appare solo troppo precoce in relazione allo stadio maturativo raggiunto da quell'individuo in quel determinato momento (James 1960); altre volte può apparire come una omissione laddove non vi sono state le presenze che avrebbero dovuto esserci, come nel caso di oggetti assenti o inanimati: ciò si riscontra di frequente nelle analisi delle depressioni gravi."
da Pavan Banon -Trauma Vuulnerabilità cris, il trattamento delle crisi emozionalii- Bollati Boringhieri (1966)

venerdì 9 dicembre 2011

Cascare è da uomini, rialzarsi da eroi.

Tutti siamo destinati a cadere,la depressione è considerata dall'OMS una Pandemia, e spesso...troppo spesso la depressione è legata ai sensi di colpa di indegnità, alla paura di non riuscirsi a rialzarsi...ma come si cade, così ci si rialza, anche se non è sempre è facile!

martedì 6 dicembre 2011

E il nostro mondo cosa sta per diventare....

Una citazione dal libro - I barbari, saggio sulla mutazione- di Baricco , mai così attuale.
A proposito di Walter Benjamin dice"...lui non cercava mai di capire cos'era  il mondo, ma, sempre, cosa stava per diventare il mondo."
E il nostro mondo cosa sta per diventare....

domenica 4 dicembre 2011

spegnere la luce quando il letto è vuoto, il cuore è vuoto e non c’è più altro da fare

Dal Blog di Gabriele Romagnoli: http://naviinbottiglia.gqitalia.it/author/gabrieleromagnoli/ "  il diritto alla dolcezza di amare finchè si può e di spegnere la luce quando il letto è vuoto, il cuore è vuoto e non c’è più altro da fare"......
Nessun commento possibile.

venerdì 2 dicembre 2011

Ogni giorno perdiamo qualcosa....


I più grandi ricorderanno certamente che un tempo quando si perdeva una persona cara, soprattutto un parente stretto si usava, come si diceva allora portare il lutto.Le donne vestivano rigorosamente di nero, gli uomini portavano una cravatta nera , un bottoncino nero all’occhiello della giacca e spesso una fascia nera sulla manica della giacca. E’ questa una abitudine oramai in disuso, ma solo qualche decennio fa assai diffusa,
Il lutto, la perdita di una persona cara era esibito, in qualche modo maninfestato, segnalato, non era come accade oggi nascosto, dissimulato.
Forse si era più crudi, ma più veri, ai bambini non si diceva la mamma è volata via, si diceva la mamma è morta,punto. Li si metteva in condizione di elaborare il dolore, di crescere anche con e per il dolore.
La società nella quale viviamo oggi ci impone una gaiezza ed una spensieratezza da pubblicità, insomma non c’è spazio per il dolore, se lo avete, dissimulatelo, sembra questo il messaggio.
Questo comporta che  qualunque dolore sia trattenuto,trascinato, magari mai elaborato o visto per quel che è…bisogna andare avanti, fare finta di niente e contnuare la nostra vita come protagonisti di uno spot.
Eppure quanto tutto questo dissimulare le nostre emozioni profonde contribuisce a provocare una serie di depressioni dissimulate che si trascinano per anni e che spesso è così difficile curare.
Non dico che sarebbe meglio esprimere il proprio dolore tornando a vestirsi di nero, ma forse già il provare a non nasconderlo, ad inghiottirlo o a sentirsi un diverso se lo si dimostra potrebbe aiutarci a stare meglio.
“Così è la vita di Concita De Gregorio”, parla di questo e di altro, è una lettura che ci aiuta a pensare che ogni giorno..perdiamo qualcosa.

mercoledì 30 novembre 2011

Vittima delle emozioni

"Mi fai davvero soffrire tanto", "mi spezzi il cuore"," Mi farai morire di dolore!". Tre ritornelli della medesima solfa: la nostra infelicità deriva dall'altro, i nostri sentimenti sono dettati dal comportamento altrui.In questo modo non possiamo farci nulla e siamo costretti a subire, cosa che, per definizione, rappresenta il vittimismo.
"Mi innervosisci!": ecco una frase così banale da non suscitare solitamente più alcuna reazione. Tuttavia, questa frase traduce l'idea che la mia emozione sia la conseguenza del comportamento dell'altro, il quale ne diventa quindi responsabile. E' per questo motivo che tutte le scuole di comunicazione raccomandano l'uso dei messaggi -io. "Mi innervosisco quando fai così".
"Mi costringi ad essere geloso", gioiellino della manipolazione: non solo chi si esprime così non si assume la responsabilità della propria gelosia, ma fa anche credere all'altro di essere costretto a reagire in questo modo.
Una vera vittima che quasi attira simpatia!
Questa serie di esempi illustra fino a che punto il vittimismo si intrufoli in maniera insidiosa nelle nostra vita quotidiana. In sintesi ogni volta che non mi assumo le mie responsabilità mi presento come una vittima. Così facendo, perdo il potere di azione che mi permetterebbe di cambiare le cose attorno a me. Divento impotente!"
(tratto da "Responsabile si, colpevole no!" di Yves-Alexandre Thalmann Ed . Il punto di incontro, pag. 47/48)
Perché la manipolazione nelle relazioni interpersonali passa sempre più spesso attraverso il vittimismo? Non è forse vero che non c'è carnefice dove non c'è chi è disposto ad esserne la vittima?
Dice un antico proverbio toscano che "Dove non è malizia non è peccato", ma perché questo bisogno di "colpa" a tutti i costi, spinge la manipolazione dei rapporti tra le persone a voler per forza vedere la malizia dove c'è solo l'ingenuità!
Un consiglio, riguardate ogni tanto "Forrest Gump"

martedì 29 novembre 2011

La parola fine ed il suicidio di Lucio Magri

Qualche mese fa, ad aprile, è uscito un piccolo volumetto dal titolo "La parola fine", si tratta del "diario del suicidio", così come recita il sottotitolo, della giornalista Roberta Tatafiore.
Suicidio meticolosamente preparato, annunciato alle persone più intime e risolutamente messo in atto.
Oggi apprendiamo di un altro suicidio eccellente avvenuto quasi con le stesse modalità, quello di Lucio Magri mitica figura della sinistra italiana.
I suicidi di personaggi pubblici che hanno fatto scalpore e colpito l'opinione pubblica ce ne sono tantissimi, una semplice ricerca su google ci conduce a più di un sito che elenca storicamente da Marco Antonio ai giorni nostri una carrellata di volti noti, di personaggi simbolo che hanno deciso di...andarsene. Chi avrebbe pensato, ad esempio, che il giovane scrittore americano David F. Wallace, all'apice della sua carriera, si sarebbe suicidato?
Ma cosa spinge ad un lucido suicidio?
Forse si sceglie di spegnere la luce quando vengono meno gli ideali, i valori, le illusioni.
In un bellissimo articolo su "la Repubblica" Simonetta Fiori racconta di come Magri dopo la morte della moglie, dopo il fallimento della sua idea politica avesse deciso che non valesse più la pena di vivere.
Già, cos'è che ci tiene in vita?
Cosa ci permette nonostante gli affanni sempre maggiori della vita quotidiana che sia giunto il momento di spegnere la luce. E' molto difficile dirlo perché in un epoca nella quale i valori sono sempre meno stabili, un epoca che ci riserva solo incertezze e pochi entusiasmi, pochi ideali, il confine che ci separa dalla voglia di spegnere la luce diventa sempre più labile, sempre meno netto.
Esistono i suicidi d'impeto, di chi si lancia dalla finestra o di chi si spara un colpo di pistola, ma esistono anche i suicidi"ragionati", che diventano un rovello, una presenza costante nella mente, un'idea che ti accompagna lungo il corso della giornata, suadente, a volte carezzevole, facendoti pensare che è venuto il momento di dire basta.
Quando, da bambini, non avevamo più voglia di giocare ci bastava dire basta, buttare i giocattoli per aria ed andare via, il gioco si sarebbe potuto ripetere tutto di nuovo e poi di nuovo, con nuove regole, nuovi personaggi, snodi diversi delle storie che ci raccontavamo. Nella vita non è così. Nella vita se sbagli, il più delle volte non puoi rimediare, se rimani solo, spesso, sei destinato a rimanerlo per sempre, se il tuo amore non è corrisposto non puoi cambiare la trama della storia. Ed allora la voglia di spegnere la luce inizia a fare capolino, a crescere, prima silenziosa e poi sempre più alta, sempre più presente, sino a prendere tutto te stesso e il tuo modo di pensare.
Me ne vado, può essere una soluzione. Se mi rendo conto di non farcela, di non farcela più, si può socchiudere la porta ed uscire...
E non è giusto pensare al suicidio come ad un atto di vigliaccheria, per suicidarsi, ci vuole molto coraggio e come ci raccontano le storie dei suicidi eccellenti che giungono alla ribalta della cronaca anche molta determinazione e molta perseveranza. Leggete "La parola fine" di Roberta Tatafiore, piccolo gioiello sottovalutato per rendervene conto.

Complicità e Collusione.


La complicità ha in psicologia una accezione differente da quella giuridica, due fratelli possono essere complici in senso positivo, due rapinatori,no.
In alcuni ambiti la complicità è incoraggiata e vista come un aspetto positivo delle relazioni, nella psicologia della coppia si tende a dare molta importanza alla complicità che esiste tra i coniugi.
La collusione viceversa ha un connotato più negativo in quanto viene definita come una “intesa clandestina”, in psicologia come una cooperazione inconscia atta a raggiungere un certo risultato che può essere del tutto inconsapevole.
Quand’è che nella nostra vita siamo complici e quando collusi......?
E verso cosa dovremmo predisporci, verso la complicità o la collusione, ovvero cosa "salva" i nostri rapporti, la complicità o la collusione?

lunedì 28 novembre 2011

Affettività e comportamenti autodistruttivi


Un articolo su ‘La Lettura” del Corriere della sera di ieri 27 novembre, pone l’accento su quanto “in periodi di crisi come quello attuale aumenta la diffusione delle patologie di alienazione ludica”.
In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una escalation di giochi che a lungo andare diventano giochi d’azzardo, vedi i vari Gratta e Vinci o il Superenalotto che promette vincite milionarie. Nell’articolo si mettono ben in evidenza i correlati neurofisiologici del gioco d’azzardo compulsivo (GAP), con un anomala attivazione dell’amigdala ed una alterato equilibrio dei neurotrasmettitori, soprattutto della dopamina.
Ma il passaggio più interessante è quando l’autore (Sandro Modeo) parla delle possibilità terapeutiche :
 “...Un simile vincolo neurobiologico (che può aprire nuovi fronti terapeutici) non deve indurre ad atteggiamenti discriminatori (perchè in  molti soggetti la predisposizione è favorita da un deficit ambientale di istruzione ed educazione affettiva), nè assolutori perchè in troppi non si rendono conto di essere complici (oltre che vittime) di un “sistema” (auto)distruttivo.”
Il contesto affettivo, dunque, prima che socio-culturale dovrebbe farci riflettere su questi comportamenti. Ovvero quanto la carenza affettiva, la mancanza di coesione e di intimità nella coppia, nella famiglia, così come si sta strutturando nella nostra società, favoriscono comportamenti autodistruttivi.

domenica 27 novembre 2011

E se....l’impensabile diventasse realtà?



E se davvero si realizzassero le previsioni più pessimistiche sull’euro?
Se davvero l’euro dovesse fare default, come dicono gli esperti, ovvero fallire?
Molti studi hanno messo in evidenza la nostra incapacità a fare semplici calcoli finanziari quando veniamo posti di fronte a banali calcoli finanziari che finiscono per diventare dilemmi o labirinti della nostra mente dalla quale non sappiamo più uscirne (Matteo Motterlini, Economia emotiva, Rizzoli). Lo sanno bene i commercianti che adottano una serie di tattiche volte più a confondere che a rendere consapevoli gli acquirenti. Vedi gli arrotondamenti a 99 centesimi per farci percepire un prezzo differente. 1,99 è praticamente eguale a 2,00, ma quanti cartelli vengono esposti con questo trucco percettivo? 
E questo è solo uno dei più banali.
La caduta dell’euro avrebbe, a livello individuale, ripercussioni  fortissime sulla nostra percezione del denaro e del suo potere d’acquisto. Basta pensare a quante persone ancora oggi fanno riferimento alla lira per capire l’ordine di grandezza di ciò che acquistano.
In ogni modo il fallimento dell’euro sarebbe in qualche modo, una “risposta” del capitalismo alla caduta del muro di Berlino. 
Fatti, in qualche modo opinabili e forse non condivisibili. 
Ma quello che è importante capire è che nelle nostre vite può accadere di tutto, che l’impensabile può diventare realtà, come l’11 settembre ed il crollo delle torri gemelle o come la seconda luna nel bellissimo libro di Murakami Haruki IQ84,Einaudi.
E...se domani nelle nostra vita spuntasse la seconda luna, se domani l’impensabile diventasse improvvisamente realtà?
E’ già successo e può accadere di nuovo...



sabato 26 novembre 2011

Saper dire di NO !


Perché nella nostra vita è così difficile dire di no?
E’ più facile essere accondiscendenti, dire di si, compiacere l’interlocutore, eppure si sta facendo strada nella nostra cultura l’idea che non solo è possibile dire di no , ma è anche necessario.
C’è un libro “Negoziare in situazioni difficili” di William Ury, nel quale è ben spiegato come il conflitto può diventare un momento di conoscenza e di crescita comune al quale se ne aggiunge un altro, dal titolo più impegnativo “Il no positivo”. Accanto a questi libri mettere, in ogni caso,  il “Trattato di funambolismo” di Philippe Petit, famoso funambolo…in fondo nella vita non camminiamo sempre su una corda tesa?

venerdì 25 novembre 2011

Identità liquide che non si incontrano.

Quanto incidono le cose che gli altri dicono di noi sulla percezione che abbiamo di noi stessi?
Siamo quello che pensiamo di essere o "diventiamo" quello che gli altri pensano di noi?
Dove si situa la nostra identità, quali sono i confini all'interno della quale riusciamo a contenerla?
Ci sono questi confini?
Un esempio di identità liquida come direbbe Baumann è ben descritta nel libro Middlesex di Euganides.
Ma in questo mondo liquido, per dirla alla Bauman cosa protegge la nostra identità più profonda?
Le violazioni continue alle quali siamo sottoposti sono molte e spesso difficili da sostenere, dai giudizi sferzanti che servono sicuramente di più a chi li formula, al non sentirsi riconosciuti nei più vari contesti sociali, ai valori che ci hanno formato e che oggi hanno perso molto del loro significato originario e così via, potremmo citare molti esempi.
Troppo spesso la nostra identità è percepita in una funzione strumentale dell'altro, in una sua necessità dettata dal contesto e dai bisogni.
Troppo spesso nelle nostre vite le comunicazioni avvengono tra identità virtuali, con un alto indice di "liquidità" e destinate spesso a non incontrarsi mai......

mercoledì 16 novembre 2011

Il modo di risolvere il problema della vita è vivere in modo da far scomparire il problema. L. Wittengstein Pensieri diversi

Qualcuno potrebbe dire che la vita non esiste,che viviamo un periodo di tempo talmente infinitesimale rispetto all'eternità,totalmente incalcolabile che qualunque problema non ha senso.
Eppure i problemi esistono ed esistono pure i modi per nasconderceli. Vedi l'esempio citato da Adam Phillips nell''Arte della Fuga' ed. Ponte alle grazie, nel quale racconta di una bambina che per nascondersi agli altri mette le mani davanti agli occhi, se lei non vede il mondo, il mondo non vede lei...quante volte facciamo questo 'gioco' nel corso della nostra vita?

La Resilienza Familiare


La Resilienza Familiare.
la reslienza è un concetto relativamente recente in psicologia. Se ne parla molto per esempio in psicologia dello sport. Si riferisce alla capacità di trasformare o di riorganizzare in maniera positiva gli avvenimenti traumatici della vita. Ma sta assumendo recentemente un significato quasi ubiquitario per cui si parla di reslienza di impresa, resilienza nell’adolescente.
Di resilienza ne parla molto Froma Walsh nel suo bel libro intitolato appunto “ La resilienza familiare” ed. Cortina.
Vorrei citare solo due concetti che mi sembrano esemplari, non solo per chi si occupa professionalmente della terapia della famiglia , ma, penso,anche per tutti quelli che una famigia ce l’hanno !
La Walsh dice”...Uno di questi miti consiste nell’idea che le famiglie sane sono quelle nelle quali non esistono problemi....tale concezione, ci induce ad abbracciare l’assunto erroneo secondo cui qualsiasi problema è sintomo o conseguenza di un contesto familiare disfunzionale”. o ancora “..il conflitto ed il cambiamento sono parte della vita di una famiglia. Una crisi può costringerci ad affinare le nostre abilità e le nostre risorse.”
Insomma la crisi della coppia della famiglia, se impostata in maniera corretta può essere una risorsa, può indurre cambiamenti ed aprire prospettive nuove, indurre “pensieri nuovi”. Le famiglie che riescono a superare momenti di crisi sono quelle che hanno affrontato le crisi come opportunità di crescita e di cambiamento.
Pensiamo per un attimo a forme di resilienza estrema come quella mostrata dai prigionieri nei campi di concentramento o ad un poetico esempio di resilienza come quello del protagonista interpretato da Benigni nella “Vita è bella”.
Forse dovremmo pensare di più alle opportunità che gli avvenimenti negativi della vita ci prospettano, c’è una proposizione della Programmazione Neurolinguistica che dice che nella vita non esistono fallimenti ma solo insegnamenti per migliorarci...

domenica 6 novembre 2011

Il male oscuro di Guido Ceronetti

Oggi un interessante articolo di Guido Ceronetti sul Corriere della sera ci parla del Male Oscuro, inteso quest'ultimo come LA sindrome depressiva per eccellenza, quella cioè ubquitaria che forse tutti proviamo nella vita. Gia diversi anni fa l'Organizzazione Mondiale per la Sanità (l'OMS) definì la depressione come la pandemia del nuovo millennio.
Gli aspetti più interessanti dell'articolo di Ceronetti mi sembrano quelli di mettere in relazione la depressione, la sua diffusione con i cambiamenti improvvisi, repentini della nostra società, cambiamenti ai quali non eravamo preparati ed ai quali non sappiamo rispondere.
Interessante è l'episodio che Ceronetti cita e che riporto integralmente.
'Ma a un convegno di circa cinquecento giovani Carlo Petrini, ponendo la domanda < Chi di voi sarebbe disposto a dedicarsi ai lavori agricoli?>, ebbe in risposta due alzate di mano.
Ma più interessante in sembra un altro passo, quando dice:
'Chi si rassegna è perduto...Soltanto la rivolta non la rassegnazione, apre spiragli di speranza. Perché l'uomo è fatto per l'azione, c'è azione anche nella meditazione, nella preghiera, nel mantra propiziatorio.'


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martedì 1 novembre 2011

E' un momento nel quale i pazienti usano il 30%,40% del tempo della loro seduta a cercare di mettere a fuoco i loro problemi economici, a cercare di capire cosa sta succedendo...
Il bombardamento mediatico fa il resto.
Ma il danaro cosa significa nelle nostre vite?
E di cosa parliamo in psicoterapia quando parliamo di danaro?