Contatti diretti:

e-mail: marinogalzenati@me.com
Cellulare: 331-9616643

lunedì 17 dicembre 2012

Le sofferenze del Natale

C'è chi ama il Natale, chi lo vive come una festa religiosa, chi come una festa consumistica.
Fatto sta che il periodo di Natale è un momento di 'stacco' dell'anno, un momento in cui chi è solo è sempre più solo chi è in compagnia è ancora più pieno di amici e di cose da fare.
Aumentano le patologie psichiatriche, la depressione causata dalla solitudine, dalla nostalgia, dal sentirsi escluso dal grande circo del Natale. Aumenta pure l'euforia di chi deve fare festa a tutti i costi deve vivere 'per forza' momenti speciali,
 Natali indimenticabili.
Nessuno ricorda che tutto sommato è solo una convenzione che colora di rosso alcuni giorni sul calendario.
Ma questo è anche un periodo che fa esplodere sofferenze silenti e patologie opportunamente occultate durante il resto dell'anno.
Allora cosa fare?
Mettersi in letargo sino al 7 gennaio, oppure cercare di assecondarela voglia di fare festa a tutti i costi?
Forse la cosa più importante è rimanere se stessi, Natale o non Natale, in fondo non cambia nulla.....

martedì 11 dicembre 2012

La vita è un gioco a somma diverso da zero

'Perché è così difficile rendersi conto che la vita è un gioco a somma diversa da zero? Che si può vincere insieme non appena si smetta di essere ossessionati dall'idea di dover battere il partner per non esserne battuti? E che- cosa del tutto inconcepibile per lo scaltro giocatore a somma zero-si può perfino vivere in armonia con l'avversario decisivo, la vita?'
da P.Watzlawick 'Istruzioni per rendersi infelici

venerdì 7 dicembre 2012

La coppia scoppia 2

'Dopo tutto la definizione romantica dell'amore come vincolo che dura è decisamente fuori moda- resa obsoleta dal radicale sconvolgimento delle strutture di parentela su cui fondava e dalle quali traeva vigore e rilevanza'
Z. Bauman Amore liquido

giovedì 6 dicembre 2012

La cultura del benessere psicologico

La psicoterapia così come l'avevamo intesa fino a qualche anno fa è in crisi profonda. Si sono moltiplicati a dismisura le scuole di pensiero e gli operatori ai quali si sono aggiunti una serie di misteriosi coach (così si definiscono) dalle origini culturali e scientifiche più oscure che fanno molte promesse e molti proseliti.
Chi è in difficoltà oggi è confuso da una miriade di offerte e di promesse non sempre possibili, inoltre è bombardato dalla pubblicità dei manuali self-help, che illudono il paziente di poter fare da solo.
Tutto questo ha creato un caos generalizzato per cui chi pensa o sente di aver bisogno di aiuto non sa più bene a chi o dove rivolgersi . Naturalmente esiste un vuoto legislativo per cui la figura dello psicoterapeuta è poco tutelata e non è immune da incursioni di chi la professa abusivamente senza alcun rischio.
Ma sarebbe importante conoscere e sapere che una corretta psicoterapia può raggiungere risultati insperati, ma una corretta psicoterapia necessita di tempo, (purtroppo) denaro e molta perseveranza;oltre, naturalmente alla scelta oculata dello psicoterapeuta, valutandone esperienza e percorso formativo al di là della scuola di appartenenza.
Ma quanti sono disposti a mettersi in discussione a sacrificare qualcosa (tempo, denaro, appunto) per raggiungere una maggiore consapevolezza dei propri problemi e su come si possono se non risolvere, almeno comprendere?
Purtroppo la cultura della psicoterapia nel nostro paese tarda a farsi strada, non è necessario mostrare disturbi eclatanti, ma anche accorgersi di non stare più bene con se stessi sono una spia che non andrebbe sottovalutata.,

mercoledì 5 dicembre 2012

La coppia scoppia

Le coppie si 'rompono', si 'fratturano' molto più facilmente che non in passato, è un dato di fatto. Motivazioni soprattutto sociali hanno reso più facile divorziare separarsi, se qualche anno fa questo era un evento eccezionale, oggi sta diventando la norma. Certo in passato si stava assieme per forza perché le convenzioni sociali non accettavano la separazione o il divorzio, insomma prima, spesso, si stava assieme per forza e non per piacere.
Lo riassume molto bene lo scrittore Hanif Kureshi nel suo libro 'Nell'intimità', quando parlando dei propri genitori dice che hanno vissuto assieme tutta la vita fedeli al matrimonio, ma infedeli a se stessi.
Ecco questa accadeva si era fedeli all'istituzione matrimoniale, ma si diventava infedeli a se stessi alle proprie aspirazioni ai propri desideri, insomma il matrimonio che abbiamo ereditato si basa sul dovere di tenere in piedi una istituzione più quello di fare in modo che una coppia funzioni e sia in grado di darsi se non gioia e felicità, almeno serenità e sicurezza dei sentimenti che la sostengono.
Viviamo un momento di cambiamenti velocissimi e spesso troppo rapidi per farli propri, tra questi anche il modo di stare assieme che pone in una società edonistica e narcisista come quella che stiamo vivendo in questo periodo al primo posto il piacere fine a se stesso.
Ad esempio i concetti di resilienza familiare sono difficili da fare comprendere, l'idea che 'portare avanti ' un rapporto di coppia prima ancora che una famiglia comporta sacrifici ed un lavorio continuo è difficile da far capire.
Sembra sempre più spesso che i componenti della coppia costituiscano delle monadi che si incontrano solo per portare avanti 'l'azienda' famiglia: bollette, mutuo etc.; molto probabilmente se non vivessimo l'attuale crisi economica i divorzi, le separazioni sarebbero molte di più.
Recentemente ho visto una foto che ho pubblicato su Facebook, di due vecchietti che si abbracciavano, la cui didascalia dice:' Come siete riusciti a stare assieme 65 anni? Perché siamo vissuti in un epoca nella quale le cose si aggiustavano e non si buttavano!'
Questa affermazione mi ha fatto molto pensare, nella mia esperienza di psicoterapeuta so quanto sia difficile 'aggiustare' le coppie che si sono rotte, spesso lo sento un compito difficile, ma non impossibile.
Perché ci si è messi assieme cosa ci ha spinto a quel primo passo? Le cose sono cambiate a tal punto da essere arrivati ad un punto di non ritorno e perché si è arrivati a quel punto? Perché non si è'fatto' qualche cosa prima, forse perché abbiamo imparato a dare troppe cose per scontate.
Il 'postmoderno ' che stiamo attraversando ci proporrà delle alternative alla famiglia così come la conosciamo?