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martedì 23 aprile 2013

Volere e potere

In L'uomo e i suoi simboli C.G.Jung afferma che 'il motto volere e potere è la superstizione ddell'uomo moderno'.
Jung fa questa affermazione nell'ultimo suo libro, per altro pubblicato dopo la sua morte.
Se pensiamo a tutte le pubblicazioni di tutti questi anni nelle quali molti psicologi affermano esattamente il contrario non possiamo non rimanere sorpresi.
Eppure, come molti concetti di Jung , ritengo che questa sia una affermazione che potremmo definire profetica. Sempre più ci stiamo rendendo conto dell'importanza del 'campo' nel quale ogni individuo è connesso, una sorta di rete, nella quale siamo connessi e dalla quale dipendono molte delle nostre realizzazioni. Basta pensare a tutti i più recenti studi sull'intuizione ed alla ?riscoperta' dell'inconscio collettivo di Jung.

venerdì 22 marzo 2013

Si può cambiare!

Tra gli ultimi post, quello sulle 'Credenze limitanti' e quello 'Sui legami che si alimentano d'odio' hanno un filo rosso comune.
Presa coscienza di certe nostre limitazioni che diventano dei veri e propri blocchi di pensiero invasivi e dominanti, si può cambiare, si può vivere una vita diversa più nostra e più appagante!

mercoledì 20 marzo 2013

I legami che si alimentano di odio...

'
'I legami che si alimentano di odio o un bisogno di vendetta sono spesso più potenti di quelli che si fondano su qualunque altro tipo di sentimento. Certe relazioni di coppia durano anni anche dopo la separazione,senza che alcuno degli ex partner (o tutti e due) demorda o allenti la presa sul suo risentimento,senza che riesca a rinunciare alle accuse che rivolge all'altro.Dobbiamo sapere che seguitando a provare rancore verso l'altro usiamo violenza anche ad una parte di noi stessi, perché la manteniamo bloccata, dipendente dall'altro.
I pensieri negativi che nutriamo nei confronti dell'altro hanno la tendenza a prenderei sopravvento ed a occupare tutto il nostro spazio mentale, il nostro presente, i nostri progetti,costituendo così una permanente fonte di sofferenza e sconforto'

da Jaques Salomè Non ostacolare te stesso.

La difficoltà di essere padre oggi

In un recente saggio di Massimo Recalcati, 'Cosa resta del padre', ad un certo punto riporta la frase di un suo paziente che riferendosi al proprio padre dice '..(un padre).... che ha una risposta su tutto'.
Non è più un problema di autorità o di autoritarismo, ma il problema che oggi vive la figura del padre è proprio quella di essere svuotata di contenuti.
I cambiamenti frenetici ai quali stiamo assistendo in questi ultimi anni nelle relazioni sociali, hanno relegato il padre in un angolo sempre più angusto, la sua possibilità di esprimersi sempre minore.
Insomma la figura del padre non è più quella di un tempo ed abbiamo difficoltà a rendercene conto e ad adeguarci.

lunedì 18 marzo 2013

Credenze limitanti

'Viviamo la vita sulla base di ciò che crediamo del mondo,di noi stessi,delle nostre capacità e delle nostre limitazioni'
da Gregg Braden, La guarigione spontanea delle credenze.

E' fondamentalmente vero che il contesto nel quale viviamo ci ha imposto delle limitazioni, non dal punto di vista materiale, ma da quello psicologico.
Molto spesso siamo talmente convinti di non riuscire a fare qualche cosa, solo perché l'ambiente o le nostre figure di riferimento importanti durante l'infanzia ce l'hanno, in qualche modo, inculcato.
Agire su queste credenze, abbatterle è spesso un lavoro lungo e difficile, spesso doloroso, che coinvolge la nostra identità.
Ma è sicuramente indispensabile per stare meglio e realizzare quello che non credevamo possibile....

venerdì 15 marzo 2013

Naufraghi e naviganti....

'Preferisco essere navigante che naufrago...'
Anna Brambillla

Alcune ricerche recenti riferiscono che le persone medie formulano circa 1000 pensieri l'ora, ovvero, a seconda di pensatori più o meno profondi tra i dodicimila ed i cinquantamila pensieri al giorno.
E chi ferma questo ribollire di pensieri non sempre validi, utili....
E' questo pensare continuo che non ci permette di essere presenti a noi stessi e ci tramuta, troppo spesso, in naufraghi, ci facciamo trascinare dalle correnti e non siamo capaci di navigare, magari facendo surf sulle onde della vita o sfruttando la corrente....

"Ciò che appare vero.lo è, per coloro a cui appare tale'

"Ciò che appare vero.lo è, per coloro a cui appare tale'
William Blake

Qual'è il senso che noi diamo alla nostra realtà, a quello che viviamo?
In effetti noi ci 'costruiamo' la nostra realtà, i nostri pensieri, le nostre 'credenze', le nostre emozioni sono in grado di condizionare il nostro vivere quotidiano molto più di quanto siamo disposti a credere.
Convinti di essere 'l'autista' della nostra vita non ci rendiamo conto che spesso siamo più trasportati, guidati piuttosto che consapevoli delle nostre scelte e del mondo che ci circonda.
E allora spesso è difficile scegliere, credere, decidere.....

mercoledì 13 marzo 2013

Stare bene con se stessi


Stare bene con se stessi

Cosa vuol dire stare bene con se stessi?
Passiamo gran parte del nostro stato di veglia con la nostra mente piena di pensieri spesso inutili, piena di preoccupazioni che spesso sono frutto delle nostre paure e non siamo presenti a noi stessi, al momento che viviamo.
Magari portiamo nostro figlio alle giostre, però non riusciamo a goderci quel momento perchè la nostra mente è un ribollire continuo di pensieri importanti e non che non appartengono al momento che stiamo vivendo e non ci consentono di vivercelo, godercelo pienamente come dovremmo. Siamo sempre di più proiettati in un futuro che non esiste, che non sappiamo che piega possa prendere, ma che inevitabilmente spesso ci preoccupa.
Abbiamo perso la capacità di viverci il presente ’ il qui ed ora’, disperdendo le nostre energie psichiche, la capacità e la possibilità di governare , di disciplinare il nostro modo di pensare, se ne fossimo capaci, questo ci consentirebbe una vita più serena e più libera.

Abbiamo previsto un seminaro esperenziale su questo tema, il programma è quì:

http://marinogalzenati.blogspot.it/2013/03/stare-meglio-con-se-stessi.html

lunedì 11 marzo 2013

Stare meglio con se stessi




STARE MEGLIO CON SE STESSI
Un’occasione speciale per ritrovare equilibrio e benessere
Seminari esperienziali condotti dal Dott. Marino Galzenati, con l’assistenza di Anna Brambilla.
Ogni singolo seminario prevede un numero massimo di 12 partecipanti e si svolgerà nella splendida cornice dell’Agriturismo L’Arca di Belvedere M.mo (CS) nelle seguenti date:
12-13-14   Aprile
26-27-28   Aprile
10-11-12   Maggio
24-25-26   Maggio
7-8-9    Giugno
21-22-23   Giugno
Si prega di prenotare almeno 10 giorni prima della data del seminario prescelto.
Per informazioni www.agriturismo-larca.com sez. eventi mail info@agriturismo-larca.com
Tel 0985 89541 cell. 349 8703796
PROGRAMMA
Venerdì  :      pomeriggio  arrivo
                        Ore 20,00 cena con serata di presentazione
Sabato   :        Ore 9,00 colazione
                         Ore 10,00  inizio seminario
                         Ore 13,00 pranzo
                         Ore 16,00 ripresa del seminario
                         Ore 20,00 cena
Domenica :    Ore 9,00 colazione
                         Ore 10,00 seminario
                         Ore 13,00 pranzo
                         Ore 16,00 saluti
Euro 500,00 a persona in camera doppia, euro 30,00 supplemento doppia uso singola 
  

lunedì 4 marzo 2013

Cambiamenti

Da molto tempo si dice che i nostri pazienti sono cambiati, sono cambiate le patologie con le quali ci confrontiamo quotidianamente, è profondamente vero.
Ma quanto è cambiata la società nella quale viviamo, quanto abbiamo capito, noi tutti, non solo noi psicoterapeuti, quanto grandi e profondi sono i cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni.
Uno per tutti, fino a che punto ci siamo resi conto di quanto internet ha 'stravolto' le nostre vite e le nostre abitudini.
Noi che oramai facciamo parte dell'epoca pre-internet e ci stiamo faticosamente adeguando, troppo spesso non ci rendiamo conto dei cambiamenti profondi dei nostri figli e di tutti quelli della loro generazione che considerano oramai internet un prolungamento di se stessi.
Quali cambiamenti nelle personalità, nelle patologie e nei modi di vivere nel prossimo futuro ci attendono?
Se non ci fosse stata la 'rete', Grillo non sarebbe mai potuto diventare un 'riferimento' politico...e cosa avremmo avuto al suo posto?

venerdì 1 marzo 2013

E' importante non dimenticarsi che...

'In qualsiasi relazione (amorosa,amicale,fraterna:qualsiasi) non esiste uno più responsabile di un altro di come vanno le cose: ognuno si deve fare carico del suo cinquanta per cento, sia la persona che si è assunta il ruolo più attivo che quella che ha scelto quello passivo. La prima è responsabile di aver invaso l'altra, la seconda di averglielo permesso'

da Alessandra Zanuso, In debito o in credito

mercoledì 27 febbraio 2013

Emozioni:in debito o in credito....



E' inevitabile che nella nostra vita ci si senta in debito o in credito. Ma è proprio così o un più attento esame ci rivela che in effetti gli avvenimenti positivi e quelli negativi alla fine si compensano.
Eppure, per lo più si incontrano persone che si sentono fermamente sicuri di essere in credito con la vita e che la vita deve dargli ancora quello che sino ad oggi non le ha dato...e aspettano, fin quando non ci sarà più nulla da aspettare!

Emozioni:in debito o in credito....

E' inevitabile che nella nostra vita ci si senta in debito o in credito. Ma è proprio così o un più attento esame ci rivela che in effetti gli avvenimenti positivi e quelli negativi alla fine si compensano.
Eppure, per lo più si incontrano persone che si sentono fermamente sicuri di essere in credito con la vita e che la vita deve dargli ancora quello che sino ad oggi non le ha dato...e aspettano, fin quando non ci sarà più nulla da aspettare!

lunedì 25 febbraio 2013

Perché aspettare?

Sembra non essere mai il momento giusto per prendere quella decisione, per fare quella cosa che da tempo ci ripromettiamo di fare. Ci diciamo sempre che la faremo quando...quando sarà avvenuto questo o quello, quando le condizioni saranno quelle giuste.
Questo è solo un modo per rimandare le cose che dovremmo fare...è un alibi , perché è molto difficile che le cose si presentino proprio come vorremmo noi...
Cerchiamo invece di capire perché vogliamo rimandare?

venerdì 22 febbraio 2013

Professioni limitrofe non regolamentate

Quando si parla di psicoterapia a persone a digiuno di competenze specifiche si fa sempre una grande fatica a spiegare il campo di applicazione ed il modo attraverso il quale una psicoterapia, una cura, funziona e può apportare dei benefici alle persone.
Una cultura contemporanea che potremmo definire superficiale e poco attenta sta facendo si che una serie di 'professioni limitrofe' alla psicoterapia (dai centri benessere, allo yoga e così via) vengano spesso confuse ed il loro compito venga frainteso. Per cui per la cura dell'ansia, per esempio, si ricorre con più facilità ai cosiddetti centri benessere piuttosto che allo psicoterapeuta, figura deputata a tale compito istituzionalmente e per competenze specifiche. Certo è una scelta più facile, ma forse più superficiale e meno efficace.

giovedì 21 febbraio 2013

Dare ascolto alle emozioni

Ci hanno insegnato che non è bene mostrare le nostre emozioni, ad esempio un uomo che piange è sempre visto come qualche cosa di negativo.
Viceversa le nostre emozioni sono importanti, sono un modo attraverso il quale la nostra mente, il nostro cervello comunica con noi.
Sta a noi, poi decodificare questa comunicazione e decidere come 'viverla'. Ad esempio ci allontaniamo dalla tristezza o dagli stati d'animo negativi , mentre se ci dedicassimo a comprenderle ad ascoltare per capire 'cosa succede', potremmo 'usarle' per vivere meglio. Dovremmo essere capaci di domandarci perché? Perché sono triste, perché sono arrabbiato, che cosa c'è che non va, come posso usare quello che sento per cambiare e stare meglio.
Le emozioni vanno attraversate, vissute e non allontanate... perché quelle stesse emozioni cacciate dalla porta, inevitabilmente rientreranno dalla finestra!

domenica 17 febbraio 2013

La psicoterapia:un investimento su se stessi.

-L'idea che la psicoterapia sia una esperienza, una cura costosa e che alla fine il gioco non vale la candela è un luogo comune difficile da sradicare.
-Per molte patologie le cure farmacologiche sono risultate essere inefficaci e, comunque, solamente sintomatiche. I trattamenti sono spesso prolungati nel tempo, provocano assuefazione e molti effetti collaterali difficili da controllare..
-La psicoterapia è un metodo naturale che si avvale delle tecniche/esperienze/capacità/ sensibilità del terapeuta e non introduce nel nostro organismo sostanze estranee. Al caso introduce nuovi pensieri e nuovi modi di essere più in sintonia con se stessi.
-Di questi tempi, a dire il vero abbastanza cupi,la psicoterapia ci propone un riallineamento con se stessi e con i propri valori più intimi, più nascosti e che spesso non riusciamo a far emergere.
-L'aspetto più materiale e sul quale si insiste troppo spesso è quello del costo: ma una psicoterapia non costa più delle tante cose che ci consentiamo e che consideriamo indispensabili.Forse ci aiuta a comprendere meglio il senso del danaro e su come lo destiniamo..
-Alla fine la psicoterapia è un investimento su se stessi.Tutti coloro che hanno fatto questo tipo di esperienza si sono sentiti accresciuti, si sono sentiti più integrati con se stessi, hanno messo a fuoco obiettivi e mete da raggiungere, hanno migliorato il loro rapporto con gli altri, ma...i pregiudizi sono duri ad essere superati....

mercoledì 13 febbraio 2013

cos'è una crisi di panico e come gestirla

L'ansia è un segnale di allarme della nostra mente.
Una lampadina che si accende per dirci che c'è qualche cosa che non va. L'ansia, filogeneticamente era indispensabile, è lo è tuttora, ai nostri progenitori che dovevano proteggersi da pericoli inaspettati e sconosciuti, dovevano insomma stare all'erta, per non incorrere in grossi pericoli. Lo stato di allerta, quello che nelle arti marziali si chiama 'stato di pronto', serve a fare si che la nostre energie, la nostra attenzione sia, appunto, 'pronta' ad affrontare le diverse situazioni che la vita ci propone ogni giorno e che non possiamo prevedere.
Questa possiamo definirla una situazione quasi fisiologica, il problema nasce quando quello che abbiamo definito lo stato di 'pronto', diventa una costante della nostra esistenza, quando cioè ci sentiamo immotivatamente in tensione, quando non riusciamo a rilassarci e questo il più delle volte avviene perché c'è qualche cosa che nemmeno noi sappiamo definire che non è in sintonia con la nostra vita. Quando la nostra ansia diventa 'troppo' generalizzata o troppo forte, anziché ricorrere a farmaci o ad altro, dovremmo fermarci, capire cosa nella nostra vita non è allineato, non è in equilibrio, magari ricorrendo all'aiuto di una persona esperta.
Il rischio è che l'ansia incontrollata che si diffonde a macchia d'olio nella nostra vita possa provocare una di quelle che vengono definite 'crisi di panico'. Momenti nei quali ci sentiamo sopraffatti dalla paura della perdita del controllo sulla nostra mente,su noi stessi e sul nostro corpo. Allora ecco comparire le manifestazioni più classiche della crisi di panico, la paura improvvisa dei luoghi chiusi(la paura di non poter controllare i nostri movimenti) la paura di stare per morire, di stare male (perdere il controllo sul nostro corpo).Insomma avere la paura di perdere le nostre consuete coordinate e di non sapere più bene cosa fare per riprendere il nostro precario equilibrio.
Quando si è giunti a questo punto, quando cioè non si è data abbastanza importanza ai diversi segnali che pure avevamo ricevuto, diventa indispensabile una terapia adeguata che sia in grado di riallineare la nostra mente e le nostre emozioni.
Ma è importante capire che è possibile non arrivare a queste condizioni, si può, con una opportuna psicoterapia, imparare a gestire le nostre ansie, prima che qualcuna e di queste, si trasformi in qualche cose di più 'insidioso.'

venerdì 8 febbraio 2013

La diffidenza ed i preconcetti nei confronti della salute mentale.

Vi è storicamente nei confronti della salute mentale e delle terapie ad essa collegate, come la psicoterapia, una diffusa diffidenza.
Se si accettano come evidentii ed a volte inelluttabili tutte le malattie che hanno un substrato organico e quindi evidente di per se, non è lo stesso per i disturbi mentali.
Dalle nevrosi più banali, ma non per questo meno invalidanti, alle forme più eclatanti di psicosi come la schizofrenia, c'è una resistenza diffusa ad accettare che la nostra mente, la nostra percezione della realtà, possa, improvvisamente, bloccarsi, prendere strade incomprensibili o possa isolarsi completamente dal mondo circostante.
Molti arrivano ad invocare la volontà del singolo paziente, per esempio di fronte ad una nevrosi psico-ossessiva, rifiutandosi di accettare che si tratta di una vera e propria patologia, spesso assai invalidante, capace di provocare sofferenze alla stregua delle malattie organiche più diffuse e riconosciute.
C'è un  rifiuto ad accettare la nostra fragilità psichica, la nostra mente è estremamente delicata e necessita di un equilibrio interno assai rigoroso per poter funzionare.
Ma la cosa più importante è accettare la nostra fragilità costituzionale che può facilmente portarci a momenti difficili e, cosa più importante, non dovremmo mai sottrarci, quando ci rendiamo conto che non tutto funziona come dovrebbe, ad un aiuto, un aiuto che può cambiare non solo la nostra vita, ma anche quella di chi ci sta accanto. 

mercoledì 6 febbraio 2013

Il diverso modo di raccontare le cose.

Ogni cosa di cui parliamo è un 'racconto', è una 'interpretazione' soggettiva di come sono andate le cose, suscettibile, quindi, di risentire delle nostre percezioni, del nostro stato d'animo del momento, delle nostre aspettativeLa psicologia contemporanea sta dando molta importanza alle distorsioni percettive, spesso noi 'vediamo' quello che ci aspettiamo di vedere e non quello che abbiamo realmente davanti agli occhi. Il problema della realtà sarebbe troppo lungo da esporre, ci basti solo pensare, come esempio, alla inattendibilità dei testimoni nei più eclatanti fatti di cronaca.
Quando 'raccontiamo' qualche cosa ci mettiamo molto di nostro, le nostre aspettative, i nostri desideri le nostre distorsioni percettivve, i nostri valori e così via, tanto che alla fine...abbiamo raccontato qualche cosa di nostro e non quel 'che è successo' !

martedì 5 febbraio 2013

Cosa ci impedisce di andare dallo psicoterapeuta:perché potenziali pazienti e psicoterapeuti non si incontrano?

C'è un diffuso bisogno di aiuto psicologico, una grande curiosità nei confronti della figura della psicoterapeuta, eppure paziente e psicoterapeuta hanno difficoltà ad incontrarsi.
Credo che con il tempo si sia eretto una specie di muro ideologico tra pazienti e psicoterapeuti, cerchiamo di capire perché.

PAZIENTI.
1.Persiste nella nostra cultura la paura di essere additati come 'pazzi' o comunque come persone poco stabili che necessitano dello psicoterapeuta per stare meglio. Ovviamente data questa premessa pochi accetteranno di andare dallo psicoterapeuta ed ancoora meno saranno quelli che ammetteranno di andarci.
2. Si continua a pensare che la psicoterapia sia costosa e lunga, quando viceversa ha costi accessibili e certo non maggiori di altre attività ritenute indispensabili e delle quali ci si può anche vantare.
3.Altro luogo comune difficile da sradicare è quello del tempo, si pensa che siano necessari anni, quando spesso basta qualche mese per risolvere problemi capaci di influenzare la nostra vita e quella di chi ci sta attorno.
4.Esiste, poi, latente, la paura del fallimento, la paura di iniziare una esperienza, un compito che poi non si riesce a portare a termine.
5.Generalmente che va dallo psicoanalista ci va in segreto, persiste nella nostra cultura, la vergogna di dover chiedere aiuto, di farsi aiutare da uno psicoterapeuta.
6.Il desiderio di destinare i soldi per la psicoterapia ad altre cose ritenute, sul momento, più gratificanti: vestititi, oggetti per la casa, palestra, e così via.
7.Come già accennato farsi aiutare spesso viene visto come uno smacco, un fallimento che aumentano il desiderio di farcela da soli, il  che stabilizza una sorta di circolo vizioso, aumentando le difficoltà di chi invece potrebbe giovarsi di un aiuto psicoterapeutico.
8:Quando anche tutte queste difficoltà venissero superate c'è il problema delle scuole, degli indirizzi troppo spesso in contraddizione tra loro che mandano all'esterno messaggi contraddittori e poco rassicuranti per il potenziale paziente.
9.La difficoltà vera e propria di prendere il telefono ...per prendere finalmente quell'appuntamento al quale si pensava da mesi!
10. Le troppe esperienze alternative , i troppi percorsi di crescita personale, i coach, visti come alternative più allettanti rispetto alla figura dello psicoterapeuta.

PSICOTERAPEUTI.
1.Storicamente le diverse scuole storiche e più blasonate si sono contraddistinte per una estrema rigidità rispetto alle regole che si erano date e che imponevano ai pazienti. Questo ha provocato una diffusa disaffezione da parte dei potenziali pazienti ed ha permesso l'emergere di un grandissimo numero di scuole ed indirizzi che troppo spesso promettono ciò che non possono mantenere.
2.Vi è poi da parte della moderna psichiatria una tendenza(quasi un bisogno) ad una estrema 'categorizzazione' dei pazienti, o per dirla in altro odo vi è la necessità da parte dello psicoterapeuta di etichettare il paziente. Quando oggi sappiamo che le le diverse patologie sono in evoluzione, si sovrappongono, spesso nel tempo sfumano l'una nell'altra.
3.Tendenza a svolgere terapie troppo lunghe.
4.Le differenti scuole di pensiero appaiono troppo rigide e troppo chiuse in se stesse non per nulla si parla spesso di autorefenzialismo.
5.Per lungo tempo si è imposto allo psicoterapeuta diessere una figura inaccessibile, che non dovesse partecipare alla vita sociale, politica etc, rendendolo di fatto una specie di fantasma inaccessibile ai più.
6.Dal punto precedente deriva forse lo scarso rispetto per la comunità dei pazienti che hanno forse bisogno di vedere, di'annusare' lo psicoterapeuta e di non percepirlo come una figura lontana, inaccessibile e quindi difficilmente in grado di comprendere i loro problemi.
7.La tendenza radicata neglia anni a vedere, interpretare la psicoterapia come una tecnica e non come un 'incontro' molto più articolato e complesso.
8.Un eccesso di griglie teoriche, una sorta di occhiali deformanti che troppi psicoterapeuti indossano nell'incontro con i loro pazienti.


Questi sono alcuni dei 'mattoni' che ergono una sorta di muro che non permette che paziente e psicoterapeuta si incontrino facilmente.

domenica 3 febbraio 2013

Ansia: si può stare meglio.

Si può lavorare sull'ansia. Al di là delle motivazioni sociologiche che vedono questa patologia ai primi posti nelle classifiche dell'OMS, oggi si può lavorare meglio e vvivere meglio.
Bisogna capire che l'ansia non è un marchio incancellabile, ma solo un sintomo un campanello d'allarme che ci invita a capire cos'è che non va nelle nostre vite...sta a noi fare si che un sintomo non diventi una malattia.

giovedì 31 gennaio 2013

Un sostegno psicologico in momenti difficili.

Ricorrere ad un aiuto in momenti difficili non è un segno di debolezza, al contrario, spesso ci vuole coraggio e ci vuole una presa di coscienza che qualcosa non va.
Spesso, prima che i problemi si ingigantiscano basta poco, qualche seduta per chiarirsi le idee, per riprendere 'sentieri interrotti', ma spesso non siamo disposti a farlo, considerando una richiesta di aiuto, soprattutto psicoterapeutico una debolezza, quando, invece potrebbe essere una forza, un momento di svolta della nostra vita.

mercoledì 30 gennaio 2013

Gestire l'ansia è possibile

L'ansia è un sentimento ubiquitario, ognuno di noi quando parliamo di ansia sa molto bene cosa intendiamo.
Eppure spesso, è una sensazione che non riusciamo a contenere, a confinare, ma che si diffonde sino a paralizzarci, sino a diventare una vera e propria crisi di panico che ci paralizza e non ci permette di compiere gesti normali che magari sino a qualche tempo prima compivamo senza neanche pensarci.
Ma cos'è quest'ansia che spesso spunta nelle nostre vite all'improvviso?
E' certamente un segnale d'allarme, come dire qualche cosa nella nostra vita non funziona, non stiamo bene con noi stessi e quell'ansia ce lo comunica, ci mette alle strette: forse è ora di  fermarsi, di capire.
Il lavoro che sto facendo è quello che voglio, la mia relazione funziona veramente o ci sono aspetti che sto cercando di nascondere, e così via.
Insomma, spesso, la tattica 'del va tutto bene' o se vogliamo,la tattica di mettere la polvere sotto il tappeto funziona sino ad un certo punto. Questi stratagemmi dilatori che usiamo con noi stessi, prima o poi, ci chiederanno il conto o comunque metteranno seriamente in pericolo la nostra bilancia affettivo-emotiva, insomma, rischiano di aumentare le nostre difficoltà, come una sorta di circolo vizioso!
Allora è sempre meglio dare ascolto alle proprie ansie, andargli incontro, cercare di comprenderle, non lasciarle vagare nella nostra mente come potenziali bombe emotive pronte ad esplodere quando meno ce lo aspettiamo.

lunedì 28 gennaio 2013

Perché non parliamo un po' del disagio esistenziale?

Tutti abbiamo provato nel corso della vita uno stato d'animo che possiamo descrivere come disagio esistenziale, quel mal di vivere citato da filosofi e poeti. Un mal di vivere, attenzione, che ha un sottilissimo confine con alcune patologie vere e proprie.
Molti ritengono il mal di vivere quella insidiosa insoddisfazione quotidiana con la quale molti convivono, come qualche cosa di ineliminabile e si rifanno alla famosa frase di Freud che sosteneva che gli psicoterapeuti aiutano i propri pazienti a convivere con i propri malessere piuttosto che a guarirli.
Non so se sia veramente così, io ho visto pazienti che con molta fatica sono riusciti a cambiare la propria vita, a liberarsi dai propri 'demoni' interiori.
Ma chi vive un disagio esistenziale per il quale non ritiene di doversi 'confrontare' con uno psicoterapeuta, spesso convive con uno stato d'animo di pesantezza, di disagio, di mancanza di sintonia con il mondo che lo circonda.
Le risposte a situazioni del genere potrebbero essere tante e, forse, tutte molto banali, perché in fondo il disagio esistenziale nasce da una modalità di pensare molto articolata e profonda e, spesso, per quanto dolorosa è anche una scelta di 'vita' che va rispettata e osservata con attenzione!

martedì 1 gennaio 2013

La figura del padre oggi.

Preparando l'incontro del 14 Gennaio sul tema "Sta crollando il matrimonio o un ordine sociale', sto leggendo un libro bellissimo che consiglio davvero a tutti, " Cosa resta del padre" di Massimo Recalcati.
Ad un certo punto parlando della debolezza del padre, di un padre indebolito ed in difficoltà nella nostra società, fa un accenno al 'padre umiliato' di Ladrei di Biciclette, famoso film di de Sica.
Ebbene in questi ultimi decenni noi genitori per non sentirci 'deboli ed umiliati' cerchiamo di dare tutto, ma proprio tutto ai nostri figli, anche il superfluo. Ma stiamo facendo bene? Stiamo aiutandoli a soffrire ed a tollerare la frustrazione?