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mercoledì 27 febbraio 2013

Emozioni:in debito o in credito....



E' inevitabile che nella nostra vita ci si senta in debito o in credito. Ma è proprio così o un più attento esame ci rivela che in effetti gli avvenimenti positivi e quelli negativi alla fine si compensano.
Eppure, per lo più si incontrano persone che si sentono fermamente sicuri di essere in credito con la vita e che la vita deve dargli ancora quello che sino ad oggi non le ha dato...e aspettano, fin quando non ci sarà più nulla da aspettare!

Emozioni:in debito o in credito....

E' inevitabile che nella nostra vita ci si senta in debito o in credito. Ma è proprio così o un più attento esame ci rivela che in effetti gli avvenimenti positivi e quelli negativi alla fine si compensano.
Eppure, per lo più si incontrano persone che si sentono fermamente sicuri di essere in credito con la vita e che la vita deve dargli ancora quello che sino ad oggi non le ha dato...e aspettano, fin quando non ci sarà più nulla da aspettare!

lunedì 25 febbraio 2013

Perché aspettare?

Sembra non essere mai il momento giusto per prendere quella decisione, per fare quella cosa che da tempo ci ripromettiamo di fare. Ci diciamo sempre che la faremo quando...quando sarà avvenuto questo o quello, quando le condizioni saranno quelle giuste.
Questo è solo un modo per rimandare le cose che dovremmo fare...è un alibi , perché è molto difficile che le cose si presentino proprio come vorremmo noi...
Cerchiamo invece di capire perché vogliamo rimandare?

venerdì 22 febbraio 2013

Professioni limitrofe non regolamentate

Quando si parla di psicoterapia a persone a digiuno di competenze specifiche si fa sempre una grande fatica a spiegare il campo di applicazione ed il modo attraverso il quale una psicoterapia, una cura, funziona e può apportare dei benefici alle persone.
Una cultura contemporanea che potremmo definire superficiale e poco attenta sta facendo si che una serie di 'professioni limitrofe' alla psicoterapia (dai centri benessere, allo yoga e così via) vengano spesso confuse ed il loro compito venga frainteso. Per cui per la cura dell'ansia, per esempio, si ricorre con più facilità ai cosiddetti centri benessere piuttosto che allo psicoterapeuta, figura deputata a tale compito istituzionalmente e per competenze specifiche. Certo è una scelta più facile, ma forse più superficiale e meno efficace.

giovedì 21 febbraio 2013

Dare ascolto alle emozioni

Ci hanno insegnato che non è bene mostrare le nostre emozioni, ad esempio un uomo che piange è sempre visto come qualche cosa di negativo.
Viceversa le nostre emozioni sono importanti, sono un modo attraverso il quale la nostra mente, il nostro cervello comunica con noi.
Sta a noi, poi decodificare questa comunicazione e decidere come 'viverla'. Ad esempio ci allontaniamo dalla tristezza o dagli stati d'animo negativi , mentre se ci dedicassimo a comprenderle ad ascoltare per capire 'cosa succede', potremmo 'usarle' per vivere meglio. Dovremmo essere capaci di domandarci perché? Perché sono triste, perché sono arrabbiato, che cosa c'è che non va, come posso usare quello che sento per cambiare e stare meglio.
Le emozioni vanno attraversate, vissute e non allontanate... perché quelle stesse emozioni cacciate dalla porta, inevitabilmente rientreranno dalla finestra!

domenica 17 febbraio 2013

La psicoterapia:un investimento su se stessi.

-L'idea che la psicoterapia sia una esperienza, una cura costosa e che alla fine il gioco non vale la candela è un luogo comune difficile da sradicare.
-Per molte patologie le cure farmacologiche sono risultate essere inefficaci e, comunque, solamente sintomatiche. I trattamenti sono spesso prolungati nel tempo, provocano assuefazione e molti effetti collaterali difficili da controllare..
-La psicoterapia è un metodo naturale che si avvale delle tecniche/esperienze/capacità/ sensibilità del terapeuta e non introduce nel nostro organismo sostanze estranee. Al caso introduce nuovi pensieri e nuovi modi di essere più in sintonia con se stessi.
-Di questi tempi, a dire il vero abbastanza cupi,la psicoterapia ci propone un riallineamento con se stessi e con i propri valori più intimi, più nascosti e che spesso non riusciamo a far emergere.
-L'aspetto più materiale e sul quale si insiste troppo spesso è quello del costo: ma una psicoterapia non costa più delle tante cose che ci consentiamo e che consideriamo indispensabili.Forse ci aiuta a comprendere meglio il senso del danaro e su come lo destiniamo..
-Alla fine la psicoterapia è un investimento su se stessi.Tutti coloro che hanno fatto questo tipo di esperienza si sono sentiti accresciuti, si sono sentiti più integrati con se stessi, hanno messo a fuoco obiettivi e mete da raggiungere, hanno migliorato il loro rapporto con gli altri, ma...i pregiudizi sono duri ad essere superati....

mercoledì 13 febbraio 2013

cos'è una crisi di panico e come gestirla

L'ansia è un segnale di allarme della nostra mente.
Una lampadina che si accende per dirci che c'è qualche cosa che non va. L'ansia, filogeneticamente era indispensabile, è lo è tuttora, ai nostri progenitori che dovevano proteggersi da pericoli inaspettati e sconosciuti, dovevano insomma stare all'erta, per non incorrere in grossi pericoli. Lo stato di allerta, quello che nelle arti marziali si chiama 'stato di pronto', serve a fare si che la nostre energie, la nostra attenzione sia, appunto, 'pronta' ad affrontare le diverse situazioni che la vita ci propone ogni giorno e che non possiamo prevedere.
Questa possiamo definirla una situazione quasi fisiologica, il problema nasce quando quello che abbiamo definito lo stato di 'pronto', diventa una costante della nostra esistenza, quando cioè ci sentiamo immotivatamente in tensione, quando non riusciamo a rilassarci e questo il più delle volte avviene perché c'è qualche cosa che nemmeno noi sappiamo definire che non è in sintonia con la nostra vita. Quando la nostra ansia diventa 'troppo' generalizzata o troppo forte, anziché ricorrere a farmaci o ad altro, dovremmo fermarci, capire cosa nella nostra vita non è allineato, non è in equilibrio, magari ricorrendo all'aiuto di una persona esperta.
Il rischio è che l'ansia incontrollata che si diffonde a macchia d'olio nella nostra vita possa provocare una di quelle che vengono definite 'crisi di panico'. Momenti nei quali ci sentiamo sopraffatti dalla paura della perdita del controllo sulla nostra mente,su noi stessi e sul nostro corpo. Allora ecco comparire le manifestazioni più classiche della crisi di panico, la paura improvvisa dei luoghi chiusi(la paura di non poter controllare i nostri movimenti) la paura di stare per morire, di stare male (perdere il controllo sul nostro corpo).Insomma avere la paura di perdere le nostre consuete coordinate e di non sapere più bene cosa fare per riprendere il nostro precario equilibrio.
Quando si è giunti a questo punto, quando cioè non si è data abbastanza importanza ai diversi segnali che pure avevamo ricevuto, diventa indispensabile una terapia adeguata che sia in grado di riallineare la nostra mente e le nostre emozioni.
Ma è importante capire che è possibile non arrivare a queste condizioni, si può, con una opportuna psicoterapia, imparare a gestire le nostre ansie, prima che qualcuna e di queste, si trasformi in qualche cose di più 'insidioso.'

venerdì 8 febbraio 2013

La diffidenza ed i preconcetti nei confronti della salute mentale.

Vi è storicamente nei confronti della salute mentale e delle terapie ad essa collegate, come la psicoterapia, una diffusa diffidenza.
Se si accettano come evidentii ed a volte inelluttabili tutte le malattie che hanno un substrato organico e quindi evidente di per se, non è lo stesso per i disturbi mentali.
Dalle nevrosi più banali, ma non per questo meno invalidanti, alle forme più eclatanti di psicosi come la schizofrenia, c'è una resistenza diffusa ad accettare che la nostra mente, la nostra percezione della realtà, possa, improvvisamente, bloccarsi, prendere strade incomprensibili o possa isolarsi completamente dal mondo circostante.
Molti arrivano ad invocare la volontà del singolo paziente, per esempio di fronte ad una nevrosi psico-ossessiva, rifiutandosi di accettare che si tratta di una vera e propria patologia, spesso assai invalidante, capace di provocare sofferenze alla stregua delle malattie organiche più diffuse e riconosciute.
C'è un  rifiuto ad accettare la nostra fragilità psichica, la nostra mente è estremamente delicata e necessita di un equilibrio interno assai rigoroso per poter funzionare.
Ma la cosa più importante è accettare la nostra fragilità costituzionale che può facilmente portarci a momenti difficili e, cosa più importante, non dovremmo mai sottrarci, quando ci rendiamo conto che non tutto funziona come dovrebbe, ad un aiuto, un aiuto che può cambiare non solo la nostra vita, ma anche quella di chi ci sta accanto. 

mercoledì 6 febbraio 2013

Il diverso modo di raccontare le cose.

Ogni cosa di cui parliamo è un 'racconto', è una 'interpretazione' soggettiva di come sono andate le cose, suscettibile, quindi, di risentire delle nostre percezioni, del nostro stato d'animo del momento, delle nostre aspettativeLa psicologia contemporanea sta dando molta importanza alle distorsioni percettive, spesso noi 'vediamo' quello che ci aspettiamo di vedere e non quello che abbiamo realmente davanti agli occhi. Il problema della realtà sarebbe troppo lungo da esporre, ci basti solo pensare, come esempio, alla inattendibilità dei testimoni nei più eclatanti fatti di cronaca.
Quando 'raccontiamo' qualche cosa ci mettiamo molto di nostro, le nostre aspettative, i nostri desideri le nostre distorsioni percettivve, i nostri valori e così via, tanto che alla fine...abbiamo raccontato qualche cosa di nostro e non quel 'che è successo' !

martedì 5 febbraio 2013

Cosa ci impedisce di andare dallo psicoterapeuta:perché potenziali pazienti e psicoterapeuti non si incontrano?

C'è un diffuso bisogno di aiuto psicologico, una grande curiosità nei confronti della figura della psicoterapeuta, eppure paziente e psicoterapeuta hanno difficoltà ad incontrarsi.
Credo che con il tempo si sia eretto una specie di muro ideologico tra pazienti e psicoterapeuti, cerchiamo di capire perché.

PAZIENTI.
1.Persiste nella nostra cultura la paura di essere additati come 'pazzi' o comunque come persone poco stabili che necessitano dello psicoterapeuta per stare meglio. Ovviamente data questa premessa pochi accetteranno di andare dallo psicoterapeuta ed ancoora meno saranno quelli che ammetteranno di andarci.
2. Si continua a pensare che la psicoterapia sia costosa e lunga, quando viceversa ha costi accessibili e certo non maggiori di altre attività ritenute indispensabili e delle quali ci si può anche vantare.
3.Altro luogo comune difficile da sradicare è quello del tempo, si pensa che siano necessari anni, quando spesso basta qualche mese per risolvere problemi capaci di influenzare la nostra vita e quella di chi ci sta attorno.
4.Esiste, poi, latente, la paura del fallimento, la paura di iniziare una esperienza, un compito che poi non si riesce a portare a termine.
5.Generalmente che va dallo psicoanalista ci va in segreto, persiste nella nostra cultura, la vergogna di dover chiedere aiuto, di farsi aiutare da uno psicoterapeuta.
6.Il desiderio di destinare i soldi per la psicoterapia ad altre cose ritenute, sul momento, più gratificanti: vestititi, oggetti per la casa, palestra, e così via.
7.Come già accennato farsi aiutare spesso viene visto come uno smacco, un fallimento che aumentano il desiderio di farcela da soli, il  che stabilizza una sorta di circolo vizioso, aumentando le difficoltà di chi invece potrebbe giovarsi di un aiuto psicoterapeutico.
8:Quando anche tutte queste difficoltà venissero superate c'è il problema delle scuole, degli indirizzi troppo spesso in contraddizione tra loro che mandano all'esterno messaggi contraddittori e poco rassicuranti per il potenziale paziente.
9.La difficoltà vera e propria di prendere il telefono ...per prendere finalmente quell'appuntamento al quale si pensava da mesi!
10. Le troppe esperienze alternative , i troppi percorsi di crescita personale, i coach, visti come alternative più allettanti rispetto alla figura dello psicoterapeuta.

PSICOTERAPEUTI.
1.Storicamente le diverse scuole storiche e più blasonate si sono contraddistinte per una estrema rigidità rispetto alle regole che si erano date e che imponevano ai pazienti. Questo ha provocato una diffusa disaffezione da parte dei potenziali pazienti ed ha permesso l'emergere di un grandissimo numero di scuole ed indirizzi che troppo spesso promettono ciò che non possono mantenere.
2.Vi è poi da parte della moderna psichiatria una tendenza(quasi un bisogno) ad una estrema 'categorizzazione' dei pazienti, o per dirla in altro odo vi è la necessità da parte dello psicoterapeuta di etichettare il paziente. Quando oggi sappiamo che le le diverse patologie sono in evoluzione, si sovrappongono, spesso nel tempo sfumano l'una nell'altra.
3.Tendenza a svolgere terapie troppo lunghe.
4.Le differenti scuole di pensiero appaiono troppo rigide e troppo chiuse in se stesse non per nulla si parla spesso di autorefenzialismo.
5.Per lungo tempo si è imposto allo psicoterapeuta diessere una figura inaccessibile, che non dovesse partecipare alla vita sociale, politica etc, rendendolo di fatto una specie di fantasma inaccessibile ai più.
6.Dal punto precedente deriva forse lo scarso rispetto per la comunità dei pazienti che hanno forse bisogno di vedere, di'annusare' lo psicoterapeuta e di non percepirlo come una figura lontana, inaccessibile e quindi difficilmente in grado di comprendere i loro problemi.
7.La tendenza radicata neglia anni a vedere, interpretare la psicoterapia come una tecnica e non come un 'incontro' molto più articolato e complesso.
8.Un eccesso di griglie teoriche, una sorta di occhiali deformanti che troppi psicoterapeuti indossano nell'incontro con i loro pazienti.


Questi sono alcuni dei 'mattoni' che ergono una sorta di muro che non permette che paziente e psicoterapeuta si incontrino facilmente.

domenica 3 febbraio 2013

Ansia: si può stare meglio.

Si può lavorare sull'ansia. Al di là delle motivazioni sociologiche che vedono questa patologia ai primi posti nelle classifiche dell'OMS, oggi si può lavorare meglio e vvivere meglio.
Bisogna capire che l'ansia non è un marchio incancellabile, ma solo un sintomo un campanello d'allarme che ci invita a capire cos'è che non va nelle nostre vite...sta a noi fare si che un sintomo non diventi una malattia.