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lunedì 28 gennaio 2013

Perché non parliamo un po' del disagio esistenziale?

Tutti abbiamo provato nel corso della vita uno stato d'animo che possiamo descrivere come disagio esistenziale, quel mal di vivere citato da filosofi e poeti. Un mal di vivere, attenzione, che ha un sottilissimo confine con alcune patologie vere e proprie.
Molti ritengono il mal di vivere quella insidiosa insoddisfazione quotidiana con la quale molti convivono, come qualche cosa di ineliminabile e si rifanno alla famosa frase di Freud che sosteneva che gli psicoterapeuti aiutano i propri pazienti a convivere con i propri malessere piuttosto che a guarirli.
Non so se sia veramente così, io ho visto pazienti che con molta fatica sono riusciti a cambiare la propria vita, a liberarsi dai propri 'demoni' interiori.
Ma chi vive un disagio esistenziale per il quale non ritiene di doversi 'confrontare' con uno psicoterapeuta, spesso convive con uno stato d'animo di pesantezza, di disagio, di mancanza di sintonia con il mondo che lo circonda.
Le risposte a situazioni del genere potrebbero essere tante e, forse, tutte molto banali, perché in fondo il disagio esistenziale nasce da una modalità di pensare molto articolata e profonda e, spesso, per quanto dolorosa è anche una scelta di 'vita' che va rispettata e osservata con attenzione!

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