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venerdì 8 febbraio 2013

La diffidenza ed i preconcetti nei confronti della salute mentale.

Vi è storicamente nei confronti della salute mentale e delle terapie ad essa collegate, come la psicoterapia, una diffusa diffidenza.
Se si accettano come evidentii ed a volte inelluttabili tutte le malattie che hanno un substrato organico e quindi evidente di per se, non è lo stesso per i disturbi mentali.
Dalle nevrosi più banali, ma non per questo meno invalidanti, alle forme più eclatanti di psicosi come la schizofrenia, c'è una resistenza diffusa ad accettare che la nostra mente, la nostra percezione della realtà, possa, improvvisamente, bloccarsi, prendere strade incomprensibili o possa isolarsi completamente dal mondo circostante.
Molti arrivano ad invocare la volontà del singolo paziente, per esempio di fronte ad una nevrosi psico-ossessiva, rifiutandosi di accettare che si tratta di una vera e propria patologia, spesso assai invalidante, capace di provocare sofferenze alla stregua delle malattie organiche più diffuse e riconosciute.
C'è un  rifiuto ad accettare la nostra fragilità psichica, la nostra mente è estremamente delicata e necessita di un equilibrio interno assai rigoroso per poter funzionare.
Ma la cosa più importante è accettare la nostra fragilità costituzionale che può facilmente portarci a momenti difficili e, cosa più importante, non dovremmo mai sottrarci, quando ci rendiamo conto che non tutto funziona come dovrebbe, ad un aiuto, un aiuto che può cambiare non solo la nostra vita, ma anche quella di chi ci sta accanto. 

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