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venerdì 2 dicembre 2011

Ogni giorno perdiamo qualcosa....


I più grandi ricorderanno certamente che un tempo quando si perdeva una persona cara, soprattutto un parente stretto si usava, come si diceva allora portare il lutto.Le donne vestivano rigorosamente di nero, gli uomini portavano una cravatta nera , un bottoncino nero all’occhiello della giacca e spesso una fascia nera sulla manica della giacca. E’ questa una abitudine oramai in disuso, ma solo qualche decennio fa assai diffusa,
Il lutto, la perdita di una persona cara era esibito, in qualche modo maninfestato, segnalato, non era come accade oggi nascosto, dissimulato.
Forse si era più crudi, ma più veri, ai bambini non si diceva la mamma è volata via, si diceva la mamma è morta,punto. Li si metteva in condizione di elaborare il dolore, di crescere anche con e per il dolore.
La società nella quale viviamo oggi ci impone una gaiezza ed una spensieratezza da pubblicità, insomma non c’è spazio per il dolore, se lo avete, dissimulatelo, sembra questo il messaggio.
Questo comporta che  qualunque dolore sia trattenuto,trascinato, magari mai elaborato o visto per quel che è…bisogna andare avanti, fare finta di niente e contnuare la nostra vita come protagonisti di uno spot.
Eppure quanto tutto questo dissimulare le nostre emozioni profonde contribuisce a provocare una serie di depressioni dissimulate che si trascinano per anni e che spesso è così difficile curare.
Non dico che sarebbe meglio esprimere il proprio dolore tornando a vestirsi di nero, ma forse già il provare a non nasconderlo, ad inghiottirlo o a sentirsi un diverso se lo si dimostra potrebbe aiutarci a stare meglio.
“Così è la vita di Concita De Gregorio”, parla di questo e di altro, è una lettura che ci aiuta a pensare che ogni giorno..perdiamo qualcosa.

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